Luigi Di Maio è pronto a tornare a piè pari nella scena politica internazionale. Dopo il flop registrato in occasione delle recenti elezioni, l’ex capo del Movimento 5 Stelle sarebbe ora in corsa, come scrive Repubblica, per l’incarico di Inviato Speciale Ue per la Regione del Golfo Persico, con buone chance. Stando a quanto segnalato dal quotidiano nazionale, Di Maio è stato inserito in una “short list” di nomi da prendere in considerazione, e oltre all’ex grillino vi sono anche Dimitris Avramopoulos (ex ministro ed ex commissario europeo), Markos Kiprianou (ex ministro degli Esteri) e infine un ex ministro degli esteri slovacco: la decisione definitiva arriverà la prossima settimana, ma come detto sopra, la candidatura italiana appare quella più accreditata anche perchè rappresenta il Paese senza dubbio più importante dei quattro.
Sembrerebbe che a indirizzare l’Ue verso questa scelta sia stato l’ex premier Mario Draghi, che avrebbe dato il suo benestare, scrive ancora Repubblica, durante uno degli ultimi colloqui con Bruxelles risalenti alla scorsa estate. E anche Josep Borrell, Alto Rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, sembrerebbe preferire proprio Di Maio.
DI MAIO, PRONTO UN NUOVO INCARICO ALL’UE: ECCO COSA SAPPIAMO
Lo stesso Borrell, meno di un anno fa, annunciò la decisione di incaricare «un inviato speciale dell’Unione europea per la regione del Golfo, perché sappiamo che le questioni di sicurezza in quest’area – nel più ampio Medio Oriente – sono molto importanti per noi».
Il riferimento era alla questione energetica, al petrolio, di Iran e Yemen, e con lo scoppio della guerra in Ucraina la necessità di stabilire nuove relazioni si è decisamente intensificata, diventando una questione centrale. Repubblica fa comunque sapere che la scelta spetterà di fatto esclusivamente all’Alto Rappresentante, al punto che il governo italiano fino ad ora non è stato coinvolto e potrebbe non esserlo nemmeno in un futuro prossimo sulla scelta di Luigi Di Maio, e ciò, secondo il quotidiano di Molinari, potrebbe rappresentare “un altro schiaffo” dell’Ue all’Italia dopo quelli recenti per via della questione migranti-Francia.