Liliana Resinovich, la donna trovata senza vita a gennaio nei boschi di Trieste, continua ad essere un caso del mistero. L’ultima perizia parla di morte per soffocamento auto provocata, ma sono molti coloro che non credono a tale ipotesi. Il programma Quarto Grado è tornato ad occuparsi del caso, e si è soffermato in particolare su quella che viene definita la “chiave del mistero”, una chiave con un cuoricino trovata addosso a Liliana Resinovich e che non è ben chiaro da dove arrivi.
“Poteva avere un rifugio? – le parole di Sebastiano Visintin, in collegamento con il talk di Rete 4 – non saprei, non ne abbiamo mai parlato, non ho la minima idea di quello che mi state dicendo”. Non è da escludere che Lily avesse una sorta di Buen Retiro: “Non riesco a capire cosa c’è dietro – ha aggiunto il marito – mi sembra tutto strano. La nostra vita assieme era tranquilla, senza cose nascoste, segreti”.
LILIANA RESINOVICH, IL PUNTO DEL GENERALE GAROFANO SUL CASO
Sulla vicenda Liliana Resinovich si è espresso anche il Generale Garofano, che in merito ai segni trovati sul volto della povera Lily ha spiegato: “Compatibili con uno schiaffo? Potrebbero esserlo – ha spiegato in diretta tv in collegamento – la consulenza dal punto di vista tecnico è stata eseguita in maniera esemplare, ma la scienza non è perfetta. Non credo che Liliana si possa essere nascosta per 20 giorni, diventa impossibile sparire per questo tempo. Ritengo che quella consulenza richiami la necessità di ulteriori approfondimenti perchè c’è qualcosa che non va e che è sfuggito sicuramente, deve essere approfondito in maniera più critica per trovare una soluzione più compatibile con una morte avvenuta pochi giorni dopo la sua scomparsa”.
In studio a Quarto Grado si è poi tornati a snocciolare un altro grande mistero della morte di Liliana Resinovich, quello delle borse e dei soldi che sarebbero scomparsi da casa: “A casa non mancano soldi, in dieci mesi ho dovuto vivere, pagare affitti, un’infinità di cose, bollette. Io ho usato questi soldi che erano nostri, era una cifra importante. Li usavamo per fare i viaggi, qualche spesa importante. Non manca un euro da casa”, ha spiegato Sebastiano Visintin, di fatto smentendo quanto lo stesso aveva detto settimana scorsa sempre a Quarto Grado. Nuzzi ha quindi chiesto spiegazioni e Visintin ha replicato: “Mi ha disturbato moltissimo che qualcuno venga a farmi i conti in tasca, io ho sempre lavorato. Contro Claudio? Certamente, io non ho mai chiesto nessuno, vi chiedo scusa per avervi detto. Lui non ha titolo per fare domande, la polizia ha visto i soldi e sa cosa avevo io in casa, io devo giustificare qualcosa a Claudio, chi è questo signore?”.