Nicolai Lilin racconta la verità sull’Ucraina
Lo scrittore siberiano Nicolai Lilin ha pubblicato il suo nuovo, tagliente, libro con il quale vuole raccontare la vera storia dell’Ucraina. Già autore di Educazione Siberiana, in precedenza non aveva risparmiato colpi neppure al presidente russo, Vladimir Putin, ma ora per lui è arrivato il momento di gettare luce anche sullo stato che, nell’ultimo anno, è diventato agli occhi del mondo l’ultimo baluardo della democrazia. Ma secondo Lilin la realtà dei fatti è ben diversa, perché “se la Russia è una carogna, l’Ucraina lo è cento volte in più“, dice in un’intervista a La Verità.
Nicolai Lilin avverte subito di non stare né dalla parte della Russia, né da quella dell’Ucraina, ma da quella “del popolo che scappa da quelle terre. E pure da quella degli ucraini vittime di una propaganda trentennale che gli ha raccontato di tutti pur di infondere l’odio per la Russia”. Secondo lui quello di Zelensky è un “regime golpista“, colpevole di una profonda e radicata deriva nazista nel paese. Nel libro Ucraina, la vera storia di Lilin si legge “se oggi mettessimo a confronto il sistema repressivo russo e quello ucraino per numero di morti quest’ultimo vincerebbe senza alcuna fatica” ed a La Verità spiega che “i neonazisti hanno massacrato i dissidenti politici solo per aver manifestato. A differenza dell’Ucraina, in Russia non sono proibiti i partiti di sinistra. Mentre il cosiddetto democratico Zelensky, con una legge ad hoc ha bandito tutti i partiti di opposizione, come farebbe un perfetto dittatore”.
Nicolai Lilin: “In Ucraina il saluto romano è insegnato nelle scuole”
“L’Ucraina”, continua a spiegare Nicolai Lilin, “sguazza nella propaganda nazista della peggior specie. Ai bambini viene insegnato il saluto romano a scuola, l’esercito è pieno di nazisti convinti che portano sulle loro uniformi simboli di questa orrenda storia”. Sulla guerra sostiene che “i russi sono pronti a trattare, a patto di avere il controllo sul mar Nero e assicurare incolumità e forniture d’acqua alla Crimea”, mentre “l’Ucraina dovrebbe smettere di bombardare il Donbass”.
Un’altra cosa non sopporta Nicolai Lilin, “la faccia marcia dell’Occidente, che ha smesso di fare domande, avanzare critiche”. “Ho visto Sean Penn regalare il suo oscar a Zelensky”, racconta, “avrebbe fatto meglio a informarsi e ad andare tra i bambini mutilati che riempiono gli ospedali del Donbass. L’Occidente, ovvero gli Stati Uniti, non vuole perdere la sua egemonia militare ed economica. Ha interesse a mantenere l’oligarchia (che significa guerra, povertà, nazismo) al potere”. E si chiede “quanto continuerà la sudditanza alla Nato, al sistema finanziario e speculativo statunitense?”.
Mentre sulla guerra, conclude Nicolai Lilin, “l’Ucraina è sulla strada del proprio fallimento e passerà alla storia come il Paese che si è prestato a essere terreno di scontro tra le superpotenze. All’Europa manca, disperatamente, una dirigenza di spessore. In Ucraina va avviato un processo di liberazione dagli oligarchi”.