Il ritorno all’ora solare nell’ultimo fine settimana di ottobre ha segnato anche la fine della stagione estiva del trasporto aereo, coincidente con i setti mesi nei quali i nostri ritmi di vita sono stati regolati dall’ora legale. È dunque il momento di fare un bilancio della stagione che si è chiusa, verificando quando la ripresa sia riuscita a recuperare i livelli di attività dell’ultimo periodo pre-Covid, la stagione estiva dell’anno 2019.
A fine ottobre a livello di voli, usando al solito i dati di Eurocontrol, la ripresa in Italia non era ancora arrivata al 100% rispetto allo stesso periodo del 2019, ma risultava tuttavia superiore al 95%. Stimiamo inoltre, in attesa dei dati ufficiali che ancora non vi sono, che in termini di passeggeri si sia già oltrepassato il livello 2019 grazie a un maggior numero di passeggeri per aereo. Infatti, i vettori low cost che hanno sostituito l’offerta lasciata libera da Alitalia nel suo passaggio a ITA utilizzano aerei con un numero maggiore di posti a bordo e volano solitamente con un load factor più alto. Il Grafico 1 prende in esame su medie mobili settimanali proprio i voli del 2022 in percentuale di quelli 2019 e lo fa per l’Italia in raffronto con l’intera Europa.
Grafico 1 – La ripresa del trasporto aereo (Voli in % rispetto al 2019)
Fonte: elaborazioni su dati Eurocontrol.
I dati partono da inizio febbraio e mostrano il rapido recupero durante la primavera reso possibile dalla progressiva caduta delle restrizioni anti-Covid. Fin dall’inizio di marzo l’Italia ha avuto una ripresa più rapida rispetto a quella europea e a partire da fine aprile, a parte due brevissime parentesi, si è stabilmente collocata sopra il 90% e nell’ultimo bimestre, grazie alla coda di estate, è salita sopra il 95% . L’Europa invece non è mai riuscita ad arrivare al 90% e il risultato è che nelle ultime settimane della stagione aeronautica estiva il distacco tra l’Italia e l’Europa era di 8-9 punti a nostro favore, con l’Europa all’88% circa dei voli del 2019 e l’Italia al 97%.
Ma ancora più interessante è l’andamento italiano a confronto con le due grandi potenze aeronautiche europee, nonché principali Paesi generatori di turismo in uscita, dunque la Gran Bretagna e la Germania (Grafico 2), e con i due nostri principali rivali turistici del Mediterraneo, la Spagna e la Grecia (Grafico 3).
Grafico 2 – La ripresa del trasporto aereo (Voli in % rispetto al 2019)
Fonte: elaborazioni su dati Eurocontrol.
Esaminando il Grafico 2 vediamo come l’Italia risulti il Paese migliore tra i tre analizzati, un fatto piuttosto raro nelle statistiche sia economiche che strettamente industriali. Fin da marzo, infatti, l’Italia è stato il Paese col maggior recupero di voli rispetto al 2019. La Gran Bretagna da maggio in poi si è invece stabilizzata su una percentuale attorno all’80%, mentre la Germania su una più elevata ma stabilmente inferiore alla nostra, circa l’85%. L’Italia, come già visto in precedenza, è sempre rimasta sopra il 90%, fino ad arrivare da settembre in poi sopra il 95%. Diverso è invece il discorso per Spagna e Grecia, Paesi a forte vocazione turistica incoming che, come già visto in precedenti analisi qui sul Sussidiario, hanno avuto un recupero maggiore.
Grafico 3 – La ripresa del trasporto aereo (Voli in % rispetto al 2019)
Fonte: elaborazioni su dati Eurocontrol.
Dal Grafico 3 vediamo come l’andamento di Spagna e Italia sia molto molto simile, con continui sorpassi e controsorpassi. Dopo un’iniziale ripresa più rapida per la Spagna, da maggio in poi i due Paesi hanno viaggiato praticamente in linea, fino ad attestarsi entrambi a fine periodo sopra il 95%. Diverso invece l’andamento della Grecia, paese che da fine maggio ha invece spiccato il volo dopo aver viaggiato in linea con la Spagna fino a quel momento. A giugno la Grecia ha conseguito il pieno recupero del pre-Covid per poi continuare la sua crescita fino al 110%, quota sulla quale è rimasta sino alla fine della stagione estiva.
Dunque, in sintesi, da un punto di vista aeronautico l’Italia è andata decisamente meglio di Gran Bretagna e Germania, altrettanto bene della Spagna e meno bene della sola Grecia, che sembra aver avuto un autentico boom turistico durante la stagione estiva. Ma quali segmenti hanno contribuito di più al buon risultato italiano? Un tempo eravamo soliti distinguere tra voli domestici, voli internazionali infra Ue e internazionali extra Ue, tuttavia il passaggio con la Brexit del Regno Unito dal secondo gruppo al terzo ha creato problemi di confrontabilità, obbligandoci a restringere l’analisi ai soli due gruppi dei voli domestici e di quelli internazionali, esaminati nei Grafici 4 e 5.
Grafico 4 – Voli domestici Italia (Dati mensili in migliaia)
Fonte: Assaeroporti; stime su dati Eurocontrol per i mesi di settembre e ottobre 2022.
Il Grafico 4 analizza i voli domestici, tuttavia con una modalità differente rispetto a quelli visti sinora. Esso infatti riporta dall’inizio del 2020 a oggi il numero effettivo di voli mensili, non più il loro livello in % del pre-Covid. La “normalità” del pre-Covid è dunque illustrata dalla linea verde, quella specie di cammello a tre gobbe che deriva dal fatto che ogni volta i dati mensili del 2019 sono ripetuti per mostrare la differenza prodotta dal Covid nel 2020 e poi nel 2021 e infine nel 2022. I danni prodotti dal Covid sul trasporto aereo sono dunque misurati dalla distanza tra la linea arancione dell’ultimo triennio e quella verde.
Nel Grafico 4 notiamo che nei due anni di maggiori effetti della pandemia siamo stati ben distanti dalla normalità in termini di voli e in alcuni momenti addirittura prossimi a un totale azzeramento, ma questo già era appurato da tempo. Unica breve parentesi fu l’estate del 2021 nella quale i voli risultarono temporaneamente maggiori del 2019, per poi ritornare al di sotto. Dall’inizio del 2022, grazie a una sempre più ritrovata normalità sanitaria, gli italiani sono tornati a viaggiare all’interno del nostro Paese e a partire da aprile i livelli pre-Covid risultano stabilmente recuperati. A luglio abbiamo invece visto il sorpasso rispetto al corrispondente mese del 2019 e il differenziale positivo si è mantenuto per tutto il resto della stagione estiva.
Grafico 5 – Voli internazionali Italia (Dati mensili in migliaia)
Fonte: Assaeroporti; stime su dati Eurocontrol per i mesi di settembre e ottobre 2022.
Se nel mercato domestico abbiamo visto dallo scorso luglio in poi il sorpasso rispetto al 2019, lo stesso non si può dire per il mercato dei voli internazionali. Essi sono infatti nuovamente aumentati dall’inizio del 2022, ma non hanno ancora raggiunto il livello pre-pandemia. Il gap a partire da marzo si è ridotto a circa 10 mila voli in meno sui 75 mila effettuati nel 2019, per poi aumentare in estate, durante il picco della stagione, e arrivare a circa 15 mila in agosto. Nei mesi seguenti i voli mancanti si sono tuttavia ridotti a 5 mila al mese.
Verso quali destinazioni sono mancati nel corso di quest’anno i voli di lungo raggio? Utilizzando dati Enac possiamo dire che nel periodo gennaio-agosto essi sono stati il 29% in meno del 2019 per quanto riguarda Africa e Oceano Indiano e il 32% in meno verso il Nord America, per arrivare al 57% verso Medio Oriente e Asia e addirittura il 76% verso il Sud America.
In conclusione possiamo ritenerci molto soddisfatti dell’andamento del trasporto aereo italiano nel 2022, come ben evidenziato da questi dati. La ripresa del trasporto domestico è riuscita ad andare nettamente oltre il 2019 mentre per il trasporto internazionale vi è ancora un piccola distanza da colmare per riprendere gli elevati livello del 2019, ma nel complesso possiamo concludere che per il trasporto aereo in Italia vi sia stata una completa ripresa, di cui ci attendiamo una ancora più forte conferma quando potremmo affiancare ai dati dei voli anche quelli dei passeggeri.
(Ha collaborato Simone Cavalieri)
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