Fabrizio De André in versione jazz? C’è chi potrebbe gridare alla blasfemia, ma si sa che i fan sono spesso “talebani”. Urge quindi ricordare che il grande cantautore mosse i suoi primi passi proprio nel mondo del jazz. Fra il 1956 e il 1960 fece infatti parte, come chitarrista, del Modern Jazz Group diretto dal pianista Mario De Sanctis in cui suonava anche, al sax, l’amico Luigi Tenco. Fu un disco in particolare a ispirarlo, l’album Jimmy Giuffre 3, affascinato da Jim Hall, maestro della sei corde. Tanti anni dopo, nel 1996, De André si ricordò di lui quando decise di ispirarsi per una parte delle musiche di quello che sarebbe stato il suo nuovo lavoro, mai completato (I Notturni).
Ecco quindi come si spiega questo bellissimo disco, anche se non ce ne sarebbe stato bisogno perché non c’è bisogno di giustificazioni, data la qualità delle incisioni qui presenti. Viva De André, a nome Luigi Viva (il più accreditato e noto biografo del cantautore genovese) e Luigi Masciari (insegnante all’autorevole Accademia Internazionale di Musica in Roma e uno dei massimi chitarristi jazz italiani ma non solo, autore degli arrangiamenti di questo progetto) racchiude le musiche del concerto-racconto omonimo, andato in scena in alcuni dei più importanti festival jazz italiani ed europei. In questi spettacoli le letture di Viva si alternano alle interpretazioni musicali di una band di grande livello che oltre a Masciari vede la presenza di Francesco Bearzatti al sax tenore e clarinetto; Giampiero Locatelli al pianoforte; Pietro Iodice alla batteria e Alfredo Paixão al basso. Nel cd sono invece presenti anche Giulio Carmassi, noto per aver fatto parte del Pat Metheny Unity Group e Michael League leader degli Snarky Puppy, il miglior ensemble contemporaneo di musica jazz.
Il progetto si avvale del sostegno e dell’apprezzamento di Dori Ghezzi e vede dieci delle più note composizioni di De André rilette in modo elegantissimo e rispettoso. Valga per tutta l’intensa rilettura di una delle melodie più belle composte dal cantautore, Canzone dell’amore perduto, introdotta da un soffice e caldo organo Hammond a cui si aggiungono gli altri musicisti, così come La canzone di Marinella, aperta dal pianoforte, creando una atmosfera notturna intensa a cui si aggiunge il sax. Ogni pezzo mantiene intatte le melodie originarie, anche in brani tra i più complessi di De André, come Creuza de ma, dove dopo un inizio soffice la band si lancia in una jam calorosa e emozionante. Tante le sorprese in questa bella raccolta, tutta da ascoltare per afferrare la profonda musicalità di De André, spesso sottovalutata, e che in questo disco viene portata magnificamente alla luce.
Luigi Viva e questa fantastica band proporranno il loro spettacolo di musica e parole il 20 novembre al Blue Note di Milano e il 28 novembre all’Auditorium Parco della Musica a Roma.