In Somalia è guerra totale contro i terroristi di Al-Shabaab. Gli attacchi jihadisti, come ricostruito da Le Monde, si sono infatti moltiplicati nelle ultime settimane: contro l’amministrazione regionale a Beledweyne il 4 ottobre, contro un hotel nella città portuale di Kismayo il 23 ottobre e addirittura contro una base militare a Mogadiscio il 5 novembre. Le autorità ritengono che ce ne saranno ancora altri nei prossimi giorni.
“Questi attacchi hanno diversi obiettivi: creare divisioni all’interno della popolazione, intimidire il governo, dimostrare che il gruppo non è morto, tutto questo motivato anche da un sentimento di vendetta”, ha affermato Hassan Khannenje, direttore di Horn International Institute for Strategic Studies. Il presidente somalo Hassan Cheikh Mohamoud già lo scorso 20 agosto aveva annunciato che sarebbe stato un conflitto atroce contro i terroristi. Adesso le operazioni sono in atto. L’esercito è riuscito a liberare Masjid Ali Gadud, località situata 120 chilometri a nord-est di Mogadiscio che era nelle mani dei jihadisti da sette anni. Questi ultimi mantengono però la loro presa sulle aride campagne del Centro e del Sud.
Somalia, guerra totale con terroristi di Al-Shabaab: gli Usa si schierano
Mentre la Somalia sta combattendo una guerra totale contro i terroristi di Al-Shabaab, anche gli Stati Uniti si sono schierati per la causa. Washington ha annunciato che ha aumentato fino a 10 milioni di dollari la ricompensa che consente di identificare i tre leader islamici radicali a capo dell’organizzazione terroristica.
“Il programma Rewards for Justice del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti (…) sta aumentando le sue offerte di ricompense, fino a $ 10 milioni ciascuna, per informazioni che portino all’identificazione o alla localizzazione dei principali leader di Chabab Ahmed. Diriye, Mahad Karate e Jehad Mostafa”, riferisce un comunicato dell’ambasciata americana, precisando che tale premio si applica anche a qualsiasi informazione che “disturbi i meccanismi finanziari di Al-Shabaab”.