Mentre l’Iran accusa la Germania e più in generale l’Occidente di essere “Satana”, il partito di estrema destra tedesco Alternative für Deutschland fa pressioni per una politica di avvicinamento. A rivelarlo Die Welt, che ha ricostruito la rete di rapporti. C’è, ad esempio, la visita ad inizio luglio del deputato Roger Beckamp all’ambasciatore iraniano a Berlino, a cui ha regalato una mappa dell’antica Persia, acquistata da una libreria antiquaria per 220 euro. Non una semplice visita, visto che Beckamp è presidente del Gruppo parlamentare tedesco-iraniano, un’associazione di deputati di diversi gruppi parlamentari che vuole mantenere contatti con il Parlamento iraniano. In quell’occasione l’ambasciatore iraniano ricevette anche un membro del Partito liberare democratico e un socialdemocratico. C’era pure Hannes Gnauck, soldato che il Servizio militare di controspionaggio ha classificato come estremista di destra.
A condurre la conversazione Beckamp, che ha messo sul tavolo diversi temi: l’accordo sul nucleare, il commercio con l’Iran e le possibili forniture di gas. Il giornale tedesco ha appreso che i membri di AfD usano le loro posizioni per fare pressione a favore di politiche più favorevoli al regime dei Mullah, causando diversi problemi al partito, visto che tra le altre cose critica l’Islam. La vicecapogruppo parlamentare Beatrix von Storch ha ricordato ai colleghi: “Lo Stato terroristico islamico dell’Iran rappresenta tutto ciò contro cui stiamo combattendo“.
INCONTRI E PRESSIONI PER L’IRAN: AFD SI SPACCA
Invece Roger Beckamp promuove una cooperazione più stretta con l’Iran. Infatti, pochi giorni dopo l’incontro con l’ambasciatore a Berlino ha presentato una interrogazione al governo tedesco riguardo il possibile ruolo dell’Iran come fornitore di energia, poi con Eugen Schmidt ha chiesto più esplicitamente al governo di sostenere le forniture di gas dall’Iran. Come evidenziato dal Die Welt, all’interno di Alternative für Deutschland si è creata una “cricca he vuole modificare in modo decisivo la politica iraniana del partito di destra“. Infatti, riguardo le proteste in corso in Iran, ritiene che la Germania debba “assumere un ruolo neutrale“. Pare che anche il leader onorario Alexander Gauland, che ha molto peso nel gruppo parlamentare, sostiene la fazione pro Iran. Ad agosto Schimdt si è espresso sull’accordo nucleare con l’Iran, spiegando che avvantaggerebbe la Germania. A settembre in un’intervista al portale del Bundestag ha spiegato di avere l’impressione “che gli Stati Uniti, l’Arabia Saudita e Israele in particolare rappresentino un pericolo per la pace nella regione sotto molti aspetti” e dichiarato che ormai c’è la falsa narrazione che sia “l’asse del male“. Beckamp fino a poco tempo fa era soprattutto filo russo. Nel 2017 si recò nella Crimea occupata dalla Russia, due anni dopo promosse la “giusta politica” russa in Siria, dove si è recato nel maggio scorso parlando di una situazione di pace in gran parte del Paese. Peraltro, nel 2017 si era detto anche favorevole alla fornitura di armi all’Iran anziché all’Arabia Saudita.
LA DISPUTA INTERNA IN AFD PER L’IRAN
Questa “cricca” divide Alternative für Deutschland, visto che il partito di estrema destra si impegna a criticare l’Islam, mettendo in guardia dalla crescente influenza degli islamisti. Anche se apparentemente l’AfD promuove un approccio duro contro l’Iran, all’interno c’è un’aspra disputa sull’Iran. Infatti, secondo quanto riportato da Die Welt, sono state elaborate due proposte. La prima mozione chiede il ritiro dai colloqui per l’accordo nucleare e sanzioni alla Guardia rivoluzionaria iraniana. La seconda mozione, invece, invita il governo tedesco ad incrementare il proprio impegno nei confronti dell’accordo nucleare e promuovono il gemellaggio tra città tedesche e iraniane, oltre alla celebrazione del 150° anniversario del Trattato di amicizia tedesco-persiano il prossimo anno. L’esecutivo del gruppo parlamentare di Alternative für Deutschland ha deciso di non presentare nessuna delle due mozioni al Bundestag. Ma la disputa interna continua…