Il professor Fabrizio Pregliasco, docente di virologia dell’università Statale di Milano e direttore dell’ospedale Galeazzi, è stato intervistato questa mattina dai microfoni del programma di Rai Uno, Buongiorno Benessere, classico appuntamento del sabato mattina del primo canale. Si parla delle epatiti, e il professor Pregliasco si è soffermato in particolare sui vaccini e sulle attività di prevenzione contro queste malattie che possono portare anche a conseguenze molto gravi come l’insorgere di tumori: “I virus sono spesso cause delle complicanze più pesanti ma per molti abbiamo dei vaccini, in particolare per l’Epatite A che è legata all’alimentazione come molluschi non controllati, la possibilità non facilmente evidenziabile di infettarsi, soprattutto in determinati ambiti e in territori, magari in viaggi di lavoro e turistici”.
“E’ quindi fondamentale vaccinarsi – ha proseguito Pregliasco – perchè è un po’ paradossale, nelle zone a rischio ci si infetta da piccoli e la probabilità di avere complicanze sono molto più basse, mentre nel nostro territorio, l’infezione crea facilmente l’epatite quindi la parte più pesante della malattia. E’ fondamentale dire che l’Italia è stata una delle prime nazioni a introdurre la vaccinazione d’obbligo – ha continuato il noto camice bianco – è un virus subdolo, non sempre provoca subito un’epatite ma può portare a tappe spiacevoli come lo sviluppo del tumore, quindi questi vaccini eliminano le problematiche”
PREGLISCO SULLE EPATITI: L’IMPORTANZA DELLA FASE DI SCREENING
Pregliasco ha quindi rimarcato l’importanza delle vaccinazioni per prevenire le epatiti: “E’ fondamentale vaccinarsi a qualsiasi età. Il problema di oggi è che l’Epatite C non ha una vaccinazione quindi è fondamentale lo screening visto che l’epatite non dà magari dei segnali fino a che il fegato non segnala ad esempio la mancanza di quei filtri fondamentali che ha”.
Poi il professor Pregliasco ha concluso: “Oggi per fortuna vi sono nuovi farmaci contro le epatiti che se assunti nelle prime fasi possono dare una guarigione rapida dalla fase acuta, ma è più importante – ha ribadito – l’attività di screening periodici e poter agire in quella fase in cui il virus continua a distruggere cellule e a farle ricostruire”.