Il grande esodo dalla Russia: più di 30mila in Israele
Dal 24 febbraio ad oggi numerosissimi cittadini russi sono scappati. Una vera e propria fuga, che ha i numeri in regola per essere quasi considerata un esodo e che, a quanto riporta l’emittente RSI News, comprenderebbe circa 30mila persone scappate dalla Russia, tra cui numerosi artisti, tra musicisti, pittori, scrittori e vere e proprie icone pop (come il famoso comico Ivan Urgat, che conduce il programma “CIAO” a fine anno, parodizzando la tv italiana). In larga parte, inoltre, si tratterebbe di ebrei e quasi tutti stanno trovando rifugio in Israele.
Si tratterebbe, a quanto riporta sempre RSI, della più grande fuga dalla Russia dai tempi del crollo dell’Unione Sovietica e non si può escludere che si tratti di un fenomeno che avrà, nel tempo, una portata ancora maggiore, soprattutto se la guerra in Ucraina dovesse inasprirsi. A quanto stima, invece, il servizio radiofonico pubblico americano, NPR, attualmente almeno 28mila russi avrebbero chiesto di ottenere la cittadinanza israeliana e sarebbero in larga parte artisti, considerati scomodi per alcune loro vecchie dichiarazioni, o per non aver appoggiato apertamente l’operazione speciale di Vladimir Putin.
Russia, la fuga degli artisti: le testimonianze
Insomma, la maggior parte dei cittadini che stanno scappando dalla Russia sarebbe costituita da artisti che hanno deciso di esporsi contro la guerra in Ucraina, oppure che non si sono espressi apertamente a favore. Lo riporta la stessa NPR che sostiene che “alcuni dei più grandi talenti artistici russi sono immigrati in Israele quest’anno, trovando un posto sicuro dove ricostruire la loro carriera e dare voce alla loro coscienza sulla guerra del loro paese in Ucraina”. Lika Alekseeva, per esempio, ha 37 anni ed è una regista originaria della Siberia che ad RSI ha raccontato di aver impacchettato tutta la sua vita in cinque giorni, dopo che l’inizio della guerra ha rappresentato, per lei, “la fine delle speranze“.
Tuttavia, non tutti coloro che stanno scappando dalla Russia avrebbero deciso di andare in Israele, anche perché l’accoglienza, riferisce sempre RSI, avviene solamente dimostrando di avere discendenze ebraiche. Lo dimostra, per esempio, Rolling Stones che ha pubblicato un articolo sulla vicenda della fuga degli artisti intervistando il regista russo Aleksandr Molochnikov, scappato proprio a New York. “Con l’escalation della violenza in Ucraina, lo stato ha represso gli artisti russi e chiunque avesse parlato contro la guerra”, ha raccontato, “hanno deciso che diversi personaggi pubblici, incluso me, dovessero essere sospesi dal lavoro in Russia, a meno che non avessimo espresso un chiaro sostegno per ‘l’operazione speciale’. Più di un funzionario ha suggerito di mandarmi in prima linea nel Donbass. La pressione su artisti, comici e soprattutto registi è stata spietata” e molti, invece che piegarsi, hanno deciso di trovare fortuna altrove.