Patto Ue sui migranti: procedura sostituisce i 27 sistemi di asilo nazionali?
Eliminare le maggiori debolezze del sistema di asilo dell’UE riguardo i migranti per renderlo più umano ed economico in due maniere. È questa l’idea dell’UE che potrebbe rinnovare la materia dell’immigrazione affidando le procedure di asilo dell’UE alle frontiere esterne. Un modello simile è già stato proposto per la prima volta dall’UNHCR nel 2015 e prevede due innovazioni radicali. In primis una procedura di asilo dell’UE che sostituisca 27 sistemi di asilo nazionali, comprese le loro autorità e strutture di assistenza. E in secondo luogo che tutte le procedure di asilo siano centralizzate in diversi campi di accoglienza alle frontiere esterne dell’UE.
I richiedenti asilo respinti potrebbero essere rimpatriati immediatamente, invece di costringerli a tornare nei rispettivi Paesi d’origine dopo che si sono stabiliti in Europa da anni. Attualmente, i 27 Stati membri dell’Europa concludono accordi separati con i paesi di origine, che spesso rifiutano di “riprendere” i loro cittadini. L’Unione europea, con la riforma, avrebbe molto più potere negoziale e soprattutto cercherebbe di battere la migrazione irregolare, spiega il quotidiano tedesco Der Standard.
Patto Ue sui migranti: modello unico sull’asilo
Secondo il patto Ue sui migranti, si potrebbe anche prendere in considerazione l’introduzione di un secondo percorso per la migrazione, cercando quei richiedenti asilo respinti che sono necessari sul mercato del lavoro dell’UE. Infatti quasi tutti i Paesi dell’UE hanno programmi di assunzione regolari per i lavoratori migranti, essendoci bisogno in molti settori. Nonostante ciò, i sistemi nazionali di asilo falliscono da anni. L’Europa offre 27 sistemi di asilo differenti in base alle rispettive nazioni.
Questo nuovo modello, unito alla creazione di posti di lavoro nei paesi di origine dei migranti e agli sforzi di costruzione di pace nei paesi di origine dei rifugiati, riuscirebbe a migliorare la situazione all’interno dell’Unione Europea. Nelle ultime settimane, abbiamo assistito allo scontro tra Italia e Francia. La Francia ha negato l’ingresso a 123 dei 234 migranti. Inoltre un rappresentante dell’entourage del presidente francese Emmanuel Macron, citato dall’agenzia France Presse, ha definito «un brutto gesto» quello compiuto dal governo di Giorgia Meloni, che ha negato l’ingresso nei porti italiani della nave Ocean Viking, che poi la Francia ha accolto a Tolone. Parigi ha comunque invitato a «continuare la cooperazione e non fermarsi qui».