Un nuovo luogo a Milano che garantisce una risposta rapida alle diverse emergenze che interessano la città, caratterizzato da numerosi servizi di carattere sociale offerti da una rete di realtà del territorio, e rapidamente riconvertibile a seconda delle persone fragili da aiutare.
È questo l’Hub 126, il nuovo centro di pronto intervento polifunzionale aperto a Milano in via Sammartini 126, messo a disposizione dall’Amministrazione Comunale – attraverso un avviso pubblico di comodato d’uso gratuito – da parte di Grandi Stazioni e affidato per 3 anni a Fondazione Progetto Arca, che ha avanzato la proposta di gestione insieme a Fondazione Fiera Milano.
La caratteristica principale e innovativa dell’Hub 126 è la sua versatilità: lo spazio nasce come centro emergenziale a carattere sociale per la prima accoglienza e assistenza dei profughi ed è pronto a riconvertirsi prontamente, in tempi non emergenziali, in un luogo che garantisce servizi di assistenza, cura e orientamento alle persone senza dimora della zona.
“Siamo orgogliosi di poter impegnare le nostre risorse e competenze nel lavoro quotidiano in questo nuovo hub” spiega Alberto Sinigallia, presidente di Progetto Arca. “Siamo in una zona di Milano storicamente dedicata alle fragilità, che ci ha visto e ci vede ancora presenti nell’accoglienza sia dei profughi in fuga dalla guerra sia delle persone senza dimora: fragilità diverse ma che necessitano allo stesso modo di un aiuto corale. Grazie quindi a tutti gli amici e ai partner che ci permettono di concretizzare la nostra mission Il primo aiuto, sempre”.
Lo spazio, che vede la partecipazione del Politecnico di Milano nella fase di progettazione, conta 336 metri quadri ricavati da un tunnel sottostante la Stazione Centrale e riqualificati con un’importante ristrutturazione grazie al coinvolgimento di Fondazione Fiera Milano. Spiega il presidente Enrico Pazzali: “Abbiamo affiancato con entusiasmo Fondazione Progetto Arca, con cui collaboriamo già da diversi mesi per aiutare la popolazione ucraina, nella realizzazione di questa nuova iniziativa. Riteniamo fondamentale il loro impegno nell’offrire sia accoglienza e assistenza ai profughi in fuga dal conflitto sia nel gestire le numerose fragilità sociali sempre più evidenti in questo difficile periodo storico. Con il nostro contributo alla realizzazione di questo hub confermiamo il sostegno di Fondazione Fiera alle esigenze del territorio e della collettività, in piena continuità con quanto fatto durante la pandemia”.
“L’intento che sta alla base della nascita di questo hub” dichiara l’assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano Lamberto Bertolé, presente all’inaugurazione dell’Hub 126 “è quello di organizzare protocolli strutturali per la gestione delle emergenze cittadine, in modo da attivare, in caso di bisogno, risposte rapide ed efficaci. Non è un caso che questo spazio sorga accanto al Centro Sammartini che funge da polo unico di accesso comunale per tutti i servizi dedicati ai senza dimora: il contrasto alla grave emarginazione, infatti, è efficace solo se le politiche sono frutto di una collaborazione e di uno scambio costante tra le istituzioni, i volontari e le associazioni che ogni giorno si occupano dei milanesi più vulnerabili”.
“È un progetto che rientra a pieno titolo nella cultura del fare tipicamente ambrosiana e lombarda”, osserva l’assessore alla Casa e Housing sociale di Regione Lombardia, Alan Rizzi. “Quando le istituzioni e le associazioni lavorano insieme per i più fragili, danno segno di profondo senso di responsabilità per il miglioramento delle condizioni di vita di tutti. La Lombardia ha dimostrato di saper far fronte a situazioni di emergenza davvero straordinarie. Questo know how ora è a servizio di tutta la comunità, perché mettere al centro la persona è il valore fondante di qualsiasi azione politica e di governo”.
In questo momento storico di Emergenza Ucraina, l’Hub 126 diventa prima di tutto il punto di riferimento per l’accoglienza dei profughi ucraini, raccogliendo l’eredità dell’hub del Sottopasso Mortirolo – aperto il 17 marzo scorso e ora chiuso – e dando continuità a tutti i servizi messi a disposizione dei cittadini ucraini in arrivo a Milano.
Nell’hub Mortirolo, gli operatori e volontari di Progetto Arca, insieme ai principali attori istituzionali chiamati a gestire le emergenze – Prefettura di Milano, Regione Lombardia, Comune di Milano, Protezione Civile Comunale – si sono occupati della prima accoglienza degli oltre 7mila cittadini ucraini transitati – poi accolti in famiglia o nelle strutture dedicate – perlopiù donne e minori, offrendo una risposta ai bisogni primari e di igiene personale, oltre ad espletare le operazioni di registrazione ed effettuare le prime verifiche sanitarie.
Aperto 7 giorni su 7 dalle ore 8.30 alle 20, nell’Hub 126 proseguono le stesse attività e procedure: i profughi arrivano spontaneamente o sono intercettati in Stazione Centrale, avviene il controllo dei documenti e l’accompagnamento presso la farmacia della Stazione da parte della Protezione Civile Comunale per effettuare il tampone antigenico rapido e registrare i dati anagrafici con la creazione del Codice STP di durata di 6 mesi per l’espletamento di eventuali pratiche sanitarie. Successivamente, se le persone non hanno già individuato una casa (di amici, parenti, conoscenti) dove essere ospitati, vengono accompagnati – con segnalazione alla Prefettura – presso le strutture di accoglienza attive in città, come per esempio i centri di via Stella, di via Agordat, a Corsico e all’Abbazia di Mirasole gestiti da Progetto Arca. Nell’attesa dell’accompagnamento alle strutture, le persone possono usufruire di diversi servizi di igiene e cura della persona (con la disponibilità di docce e kit igienici personali e indumenti puliti), dello spazio gioco per i bambini e dei pasti caldi distribuiti dai volontari.
In fase non emergenziale, l’Hub 126 diventa un “luogo di aggancio” per le persone senza dimora – adulti uomini e donne, italiani e stranieri – che qui hanno la possibilità di usufruire di generi alimentari e di conforto, di accedere a informazioni sui servizi sul territorio e a servizi speciali per riappropriarsi della propria immagine e della cura di sé, elementi fondamentali per intraprendere un percorso di aiuto strutturato.
Sempre affiancate da operatori specializzati, le persone senza dimora trovano presso l’Hub 126 un guardaroba sociale e un salone di bellezza con parrucchiere.
In particolare l’idea alla base del guardaroba sociale è di superare il “kit preconfezionato” di abiti che un tempo veniva consegnato alle persone indigenti, offrendo alla persona la possibilità di scegliere i propri vestiti, provarli e, se necessario, apportare modifiche sartoriali. Restituire dignità alla persona con un aiuto concreto è dunque il principale obiettivo del servizio del guardaroba, avviato grazie alla collaborazione e al sostegno di H&M Italia, che si è occupata dell’allestimento degli spazi e della donazione dei capi a disposizione. Spiega Rita Lutzoni, Sustainability Manager H&M Italia: “La collaborazione tra H&M e Progetto Arca è ormai una partnership consolidata. Lo spazio di via Sammartini ospita il secondo Guardaroba Sociale che abbiamo allestito insieme, un luogo in cui i nostri abiti e i nostri arredi trovano una nuova vita. Siamo orgogliosi di supportare Progetto Arca, per H&M Italia questa iniziativa rappresenta la sostenibilità a 360 gradi: inclusione sociale e circolarità si fondono per creare uno spazio capace di sostenere la comunità locale in maniera attiva ed efficace”.
La collaborazione con H&M si arricchisce inoltre di un’altra azione appena avviata e che durerà fino al 22 febbraio 2023: l’azienda dà infatti la possibilità ai suoi clienti di contribuire alle attività future di Progetto Arca, tra cui l’Hub 126, attraverso un servizio di donazione in cassa disponibile in tutti i negozi H&M in Italia.