San Dario, “non parum complicati sunt”
San Dario si celebra come ogni anno nella giornata di oggi, 19 dicembre. Nel martirologio geronimiano viene usata l’espressione latina “non parum complicati sunt” e non si parla precisamente di Dario ma di Daria. Non bisogna confonderli anche se Daria divenne martire nel III secolo circa ed è celebrata a Roma, insieme al suo santo sposo Crisanto, nella data fissata nel calendario alla giornata del 25 ottobre.
Non abbiamo immagini e tanto meno iconografie collegate a San Dario, eccezion fatta per un solo particolare che si trova all’interno della Cappella Palatina, per la precisione in uno dei mosaici bizantini di Palermo, ospitati nella storica sede del Palazzo Normanno. Qui, infatti, compare, in un tondo una raffigurazione originale di San Dario, il cui viso è rappresentato con la barba, insieme ad una scritta recitante Aγιος Dareios.
San Dario, un nome molto comune all’epoca
Anticamente, il nome San Dario era decisamente molto comune all’epoca. Nella storia si trovano almeno tre re persiani con questo nome. Dari, Darêios in greco e Dārayavahush in persiano, significa “chi mantiene il bene”. Purtroppo non ci sono arrivate notizie storiche accertate per quel che riguarda la nascita, la vita e la morte di questo Santo. Nessun documento scritto a suo riguardo è stato tramandato o è riuscito ad arrivare fino a nostri giorni. Di questo Santo sappiamo che, insieme ai suoi compagni Secondo, Zosimo e Paolo, approdò nella località di Nicea, attuale zona della Turchia, anticamente conosciuta come Bitinia. Qui venne ucciso e fatto martire a causa della sua fede cristiana.
Oralmente si è poi tramandata la Storia di questo Santo, descritto come un uomo molto buono, impegnato a trascorrere la sua intera esistenza all’insegna dell’amore e dell’amicizie, valori espressi fortemente sempre in nome di Dio. Non ci sono pervenute nemmeno le testimonianze relative alle vite dei suoi compagni, sappiamo solo che Paolo e Secondo furono terribilmente martirizzati in Anatolia, presso la città di Nicodemia.