Jo Squillo, ai microfoni del quotidiano “Libero”, è intervenuta in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne 2022. 30 anni fa, a Sanremo, con Sabrina Salerno cantava “Siamo donne”, un vero e proprio inno per l’universo femminile: “Sono grata alla vita – ha dichiarato –. Ho scritto oltre 150 canzoni, ma questa rimane come emblema di tante generazioni femminili. Un pezzo che racconta quanto siamo diverse, di come dobbiamo poter scegliere di essere ciò che vogliamo. Sanremo è stata la mia seconda vita, una ribellione più pop, destinata non solo alla nicchia punk alla quale mi ero rivolta negli anni ’80. Sabrina Salerno fu straordinaria ad accettare questa proposta di unione femminile. Fu bellissimo”.
Jo Squillo, tuttavia, negli anni Ottanta da lei menzionati interpretò anche brani come “Skizzo Skizzo” o “Violentami”, che lei oggi commenta così: “Ci sono persone che ancora non hanno capito e forse non lo capiranno mai. Lì si cantava la debolezza di un uomo che non sapeva fare altro che violentare una donna. Il punk era così: dirompente, dissacrante. Una lezione di vita e una visione artistica che sento ancora dentro di me. Il politically correct è stato anche usato per mettere a tacere un po’ di dissenso. La correttezza dei valori non ha nulla a che vedere col moralismo. Oggi si è moralisti su tutto, salvo poi essere nella vita completamente diversi”.
JO SQUILLO: “SANREMO 2023? AMADEUS NON MI VUOLE”
Sempre su “Libero”, Jo Squillo ha riferito che, a suo avviso, oggi non ci sarebbe spazio per un’altra Cicciolina in parlamento, in quanto stiamo attraversando “un appiattimento umano che ci porta ad essere incapaci di visualizzare il futuro. Accade nella politica, ma anche nella musica e nell’arte, ovunque”. Alessandra Mussolini, che un tempo dichiarava “meglio fascista che fr*cio” oggi “penso si sia redenta e son orgogliosa di averla trasformata in una piccola femminista. Ho avuto anche il piacere di conoscere sua zia Sophia Loren, che è una delle persone più sensibili e divertenti dello star system. Penso Alessandra abbia intrapreso ormai il percorso artistico, non più politico”.
Ma se Jo Squillo tornasse a Sanremo e incontrasse Beatrice Venezi, come la saluterebbe? Al maschile o al femminile?
“Il problema Sanremo non si pone, perché Amadeus non mi vuole. Me lo ha detto…”, ha commentato con amarezza l’artista, per poi concludere: “Io direi di abolire l’articolo determinativo. Sono questioni che stimolano riflessioni anche giuste, però preferisco pensare che in primo luogo una persona sia una persona. Come donna, ovviamente, credo sia anche utile interrogarci sul potere femminile che dobbiamo adoperare, puntando però più sulla ‘sorellanza’ e senza il bisogno di chiamarci donne con le p*lle”.