“C’è sotto qualcosa. E spero che un giorno debbano renderne conto anche loro“. Così parla a Il Giornale Miriam, violentata dal padre affidatario e poi vittima di stupri seriali, riti satanisti, tra crocifissi capovolti e uomini incappucciati. Scappò, ma i suoi aguzzini la raggiunsero e l’orrore ricominciò. Per anni le sue denunce finivano nel nulla, anzi veniva intercettata e perquisita. Il fascicolo da Siena è passato a Milano, dove il pool antimafia ha incriminato la coppia di coniugi varesini a cui nel 1999 la ragazza fu affidata. “Non venire creduta mi faceva sentire ancora più in balia dei miei aguzzini. Sentivo che potevano farmi quello che volevano mentre la procura di Siena assisteva al mio massacro ogni quindici giorni“, racconta Miriam a Il Giornale. Tra i magistrati che si sono occupati delle sue denunce non c’è solo Antonio Nastasi, ora pm a Firenze, ma anche Nicola Marini, tuttora in servizio a Siena, che si intrecciano col caso David Rossi.
Nel 2015 fu Marini a ottenere l’archiviazione del fascicolo che vedeva indagato per sequestro e stupro di gruppo il padre affidatario di Mirian di cui la ragazza rimase quasi subito incinta. Su quanto accaduto tra Firenze e Siena sono insorti gli esponenti di Italia Viva, a partire dal leader Matteo Renzi. Se da un lato è pur vero che alcuni riscontri che hanno portato la procura di Milano a incriminare i coniugi solo recentemente, d’altra parte altri erano disponibili all’epoca, ma la vittima venne accusata di simulazione di reato. Il Giornale oggi ricorda che Antonio Nastasi, Nicola Marini, con il giovane collega Aldo Natalini, sono anche i primi ad entrare nella stanza di David Rossi, il manager di Monte dei Paschi di Siena volato dalla finestra del suo ufficio il 6 marzo 2014.
DA MIRIAM A DAVID ROSSI: OMBRE SU PM SIENA
I tre, che avrebbero manomesso la scena, sono adesso a processo a Genova per falso aggravato. Nel frattempo, Nastasi è passato a Firenze, dove con il procuratore aggiunto Luca Turco conduce l’inchiesta sulla fondazione Open di Matteo Renzi. Marini è diventato di fatto il capo della procura di Siena, visto che non è stato sostituito il capo. Quindi, Italia Viva ha chiesto al Csm di attivarsi. Eppure, Il Giornale fa notare che Marini non ha iscritto nel registro degli indagati neppure il carabiniere che entrò abusivamente nelle banche dati per controllare Miriam, giustificandosi col fatto che appariva “esteticamente stravagante”. Un altro carabiniere frugò decine di volte nelle banche dati: risultò in stretto contatto col padre affidatario di Miriam, ma Marini gli ha contestato un reato così lieve che il giudice lo ha costretto a modificarlo. Peraltro, l’esposto al Csm del legale della ragazza in relazione a tali comportamenti non ha mai avuto alcun riscontro.
Il giornalista Felice Manti si chiede allora se non esista un caso Siena. Nei giorni scorsi i tre magistrati di Siena sono stati interrogati a Siena, ma Nastasi è stato interrogato a parte. “Dietro gli apparenti motivi di salute ci potrebbe essere una strategia difensiva: scaricare Marini e Natalini per provare a salvarsi dopo aver condiviso con loro un discusso metodo investigativo. Basterà?“, scrive Manti. Quest’ultimo avanza un’altra delicata ipotesi. “Marini e Natalini avrebbero avuto in comune con Aglieco la circostanza di essere riconosciuti come partecipanti a festini sessuali (lo dice un escort rintracciato dalle Iene che il gip di Genova ritiene credibile). Dietro la storiaccia dei satanisti (archiviata da Siena e oggi finita a Milano) si potrebbe nascondere un’organizzazione dedita al sesso estremo senza scrupoli. Incontri sessuali e festini hard aleggerebbero pure nel caso Rossi. Soltanto coincidenze?“, conclude Manti.