CONTE: “GOVERNO GUERRAFONDAIO. INVIO ARMI A UCRAINA NON SERVE”
«Il sesto Decreto Legge sull’invio di armi all’Ucraina non può essere una routine. Non è più rinviabile un nuovo quadro di intervento»: lo ha detto il Presidente del M5s Giuseppe Conte, intervenendo alla Camera sulla dichiarazione di voto per le mozioni sul Decreto Ucraina. L’ex Premier ha chiesto un passaggio nelle aule parlamentari affinché «sia garantito ai cittadini il diritto ad una informazione trasparente». Come già sottolineato più volte già nel precedente Governo Draghi, Conte si smarca dal sostegno “tout court” all’Ucraina chiedendo invece l’impegno dell’Italia per un ruolo di mediatore alla pace: «L’Italia sulla crisi ucraina svolga un vero ruolo da protagonista promuovendo una conferenza di pace. Non possiamo continuare a pensare ad una illusoria disfatta della Russia».
Il leader M5s Conte attacca il Governo Meloni ancora una volta dandogli del “guerrafondaio” in costante riferimento alla linea “armi a oltranza e zero negoziati”, ebbene «venga in Aula a dirlo, a metterci la faccia davanti agli italiani e a far votare il Parlamento». Per l’ex Presidente del Consiglio, «In tanti si sono abituati alla guerra, quasi metabolizzandola. Dal primo colpo sparato il M5s ha condannato con forza la aggressione russa chiedendo un piano diplomatico ed anche un sostanzioso aiuto militare al popolo ucraino: non per pulsioni belliciste ma per porre un argine alla iniziale asimmetria delle forze in campo. Un contributo deciso non a cuor leggero ma necessario per consentire all’Ucraina la legittima difesa». Oggi però, dopo 9 mesi di guerra, Conte ritiene che l’unica soluzione non sia l’invio di armi: «Sul piano delle armi si è parlato ed agito troppo, mentre di diplomazia non vediamo traccia. Esigiamo un cambio di passo dalla Nato e dalla Ue. E soprattutto dal nostro Paese. Lo hanno chiesto centomila persone che hanno sfilato a Roma per dar voce a una maggioranza silenziosa che subisce le conseguenze del conflitto».
DECRETO SU INVIO ARMI ALL’UCRAINA: L’ATTACCO DI CONTE E IL PIANO DI CROSETTO
Da questa mattina la Camera dei Deputati discute come detto delle mozioni in merito all’ipotesi di prorogare l’invio di armi all’Ucraina, in quel sesto decreto consecutivo (il primo del Governo Meloni) annunciato ieri dal Ministro della Difesa Guido Crosetto. Conte si è scagliato con forza contro questa eventualità, ponendosi all’assoluto antipodo rispetto alla maggioranza del Parlamento: in un primo momento il Governo aveva presentato un semplice emendamento al Decreto Nato-Servizio sanitario in Calabria per prorogare l’invio di armi, ma da Pd e M5s si è alzata la richiesta di ritirarlo per discuterne uno nuovo “ad hoc”. Così il Centrodestra ha poi fatto, annunciando con il Ministro Crosetto il sesto Decreto Armi Ucraina, sul quale però i 5Stelle si dicono del tutto in disaccordo.
«Appare ormai evidente la posizione, la postura di questo governo. Andate in Europa con il cappello in mano se si tratta di misure per famiglie, imprese, ambiente. Andate con il fuoco negli occhi se si tratta di aumentare le spese militari. Dobbiamo constatare, purtroppo, che questo governo non ha occhi per guardare le vere emergenze del Paese, addirittura li chiude davanti a chi è in povertà assoluta, ma ha orecchie ben pronte per raccogliere le istanze delle potenti lobby delle armi. Per questo motivo dichiaro il voto favorevole alla nostra mozione», ha concluso il suo intervento il Presidente del M5s. «Il governo non si è mai nascosto sulle necessarie autorizzazioni per l’invio di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’Ucraina. Abbiamo dato più volte ampia e totale disponibilità di riferire alle Camere», avevano replicato ieri alle polemiche alzate dal M5s i due Ministri Luca Ciriani (Rapporti con il Parlamento) e Guido Crosetto (Difesa). In particolare quest’ultimo ha spiegato che, seguendo l’invito delle opposizioni, si è giunti all’accordo di presentare un nuovo decreto da approvare entro il 31 dicembre 2022 per permettere ancora l’invio di armi e materiali in Ucraina nell’anno 2023. Sentenzia Crosetto con un appello alle opposizioni affinché siano serie sulla questione: «È ovvio che se il decreto in questione non venisse fatto entro tale data, prevista dalla legge, cadrebbe la copertura giuridica con la quale lo Stato italiano sta dando seguito agli impegni internazionali presi in sede Ue e Nato con l’Ucraina. Impegni presi dal precedente governo, con presidente del Consiglio Draghi, ministro della Difesa Guerini, e governo sostenuto dal partito di Conte. Mi aspetto che i gruppi parlamentari di opposizione rispetteranno l’impegno che oggi ci ha portati, per dimostrare la volontà di dialogo e di rispetto del governo verso il Parlamento, al ritiro dell’emendamento in questione».