Definire l’impatto del cambiamento climatico attraverso lo studio dei ghiacciai alpini, in particolare di quello più profondo in Italia, l’Adamello. Obiettivo principale: ricostruire l’evoluzione climatica degli ultimi secoli, l’impatto antropico nell’area di alta montagna alpina, e anche la dinamica delle specie vegetali, dei grandi incendi avvenuti negli ultimi secoli e in generale degli impatti antropici nelle Alpi. I ghiacciai, infatti, ci indicano in modo diretto, evidente e drammatico l’impatto del riscaldamento globale sul nostro ambiente: in particolare lo scioglimento dei ghiacci permanenti (quelli che si chiamavano “eterni”) a causa dell’innalzamento della temperatura dell’atmosfera.
Di questi obiettivi programmatici del progetto ClimADA si traccerà un primo bilancio giovedì 1 dicembre, in Fondazione Cariplo (Sala CCB, via Manin 23, Milano), che del progetto è convinto finanziatore. Nel convegno organizzato da Fondazione Lombardia per l’Ambiente – “L’impatto del cambiamento climatico sui ghiacciai alpini: il caso dell’Adamello” – saranno presentate le prime evidenze di un anno di lavoro e di studio. Con l’autorevole patrocinio del Comitato Glaciologico Italiano e della Società Italiana delle Scienze del Clima, l’appuntamento (in presenza e on line a partire dalle 14.30), vedrà insieme i partner del progetto, le istituzioni coinvolte e i protagonisti di questa importante avventura. Ad aprire il convegno saranno i saluti istituzionali con Elena Jachia, Direttrice dell’Area Ambiente di Fondazione Cariplo, Raffaele Cattaneo, assessore Ambiente e Clima di Regione Lombardia, Riccardo Valentini, Presidente della Società Italiana per le Scienze del Clima – SISC, Paolo Angelini, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Capodelegazione per l’Italia alla Convenzione delle Alpi.
La sessione di lavori entrerà nel vivo con le relazioni scientifiche dei partner di progetto: il professor Valter Maggi, Università di Milano Bicocca, discuterà dell’attività di analisi della carota di ghiaccio (oltre 220 metri di lunghezza) estratta dall’Adamello nell’aprile 2021 e conservata all’EuroCold Lab: l’analisi è finalizzata a capire i fattori che nel passato hanno influenzato la formazione, le trasformazioni e le diminuzioni dei ghiacciai. Seguirà il contributo del professor Mario Martinelli, Politecnico di Milano, che avrà a tema lo studio, attraverso le fibre ottiche già parzialmente impiegate, dei movimenti della superficie del ghiacciaio per valutare meglio gli effetti del clima e prevenire rischi come valanghe, cadute di seracchi, frane e distacco di blocchi di roccia.
L’intervento del professor Roberto Ranzi, Università degli Studi di Brescia sarà centrato sulla messa a punto, grazie a questi dati, di modelli matematici della dinamica del Ghiacciaio dell’Adamello – composto da un modello di bilancio energetico e di massa sulla superficie e da un modello termo-fluidodinamico del ghiacciaio – che permette di definire la dinamica del ghiacciaio nel clima attuale e in quello futuro. La dottoressa Anna Bonettini, Biologa del Parco dell’Adamello e Comunità Montana di Valle Camonica, illustrerà le iniziative di comunicazione, formazione ed educazione ambientale organizzate sul territorio per le scuole, le associazioni alpine, gli operatori turistici e le comunità che vivono in ambiente montano per aumentare la consapevolezza di cittadine e cittadini verso le tematiche del riscaldamento globale e degli effetti sul nostro patrimonio glaciologico. A Fabrizio Piccarolo, Direttore di Fondazione Lombardia per l’Ambiente, il compito di mettere a terra le conclusioni del percorso fin qui, in vista della seconda annualità di progetto nel 2023.