È terminato il Consiglio dei Ministri di oggi: il Governo di Giorgia Meloni ha preso le proprie decisioni sui temi in agenda, dal disastro di Ischia alla guerra. Per quel che riguarda la frana di Casamicciola, le autorità politiche hanno stanziato altri 10 milioni di euro, che si aggiungono ai 2 miliardi precedenti. Inoltre, per i cittadini delle zone colpite sono stati bloccati i versamenti tributari, le cartelle esattoriali e i contributi e termini per gli adempimenti fino a giugno 2023.
Per quel che riguarda, invece, l’Ucraina, è stato approvato il decreto NATO, sulla scia del Governo di Mario Draghi, il cui provvedimento sarebbe scaduto nelle prossime settimane. L’Italia ha prorogato fino alla fine del 2023 l’impegno a inviare “mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari” a Kiev “previo atto di indirizzo delle Camere”. Infine, è stato dato l’ok anche al decreto che consentirà la salvaguardia della raffineria siciliana Isab-Lukoil.
CDM GOVERNO MELONI OGGI POMERIGGIO: I TEMI IN AGENDA
Era previsto alle ore 14.30 ma è slittato alle 19 a Palazzo Chigi la nuova convocazione del Consiglio dei Ministri, il numero 8 dopo quello straordinario tenutosi la scorsa domenica sul disastro di Ischia: in attesa di un ordine del giorno ufficiale del CdM, il Governo Meloni si ritroverà oggi a discutere tra i tanti temi due principali emersi nelle scorse ore. Ci sarà sicuramente un secondo Decreto Ischia dopo i primi provvedimenti varati in emergenza poche ore dopo la frana che ha travolto e ucciso 10 persone a Casamicciola Terme sull’Isola di Ischia (e alcuni dispersi mancano ancora all’appello, travolti sotto il fango).
Non solo, nel Decreto Ischia dovrà essere inserita una nuova nomina per il Commissario all’emergenza post-frana dopo che Regione Campania ha stoppato (avendone potere) la precedente nomina fatta nello scorso CdM di Simonetta Calcaterra, già attuale Commissario straordinario del Comune di Casamicciola. Oltre al tema Ischia, in CdM oggi il Governo Meloni dovrebbe presentare il nuovo decreto annunciato ieri dal Ministro della Difesa Guido Crosetto circa il sesto invio di armi all’Ucraina: non è invece ancora sicuro che sia in questo Consiglio dei Ministri che verrà approfondito il provvedimento per salvare la raffineria Isab-Lukoil di Priolo: «Ci stiamo lavorando», ha detto una fonte di Governo all’Adnkronos in mattinata prima del CdM. Non è da escludere che l’intervento possa arrivare nella prossima riunione dei Ministri prevista tra domani e il weekend.
DECRETO INVIO ARMI UCRAINA IN CDM: LE ULTIME NOVITÀ
Tema centrale comunque del CdM di oggi per il Governo Meloni sarà il nuovo Decreto per l’invio di armi in Ucraina: si tratta del sesto intervento dal 24 febbraio scorso, con i primi cinque emendati dal Governo Draghi e questo primo dall’esecutivo nato dopo le Elezioni del 25 settembre. L’intenzione iniziale era quella di presentare un emendamento al Decreto Calabria in discussione in Parlamento in queste settimane, ma su richiesta delle opposizioni si è preferito ritirare l’emendamento per poter presentare un nuovo Decreto da discutere alla Camera e al Senato entro e non oltre il 31 dicembre 2022, giorno in cui scadono gli accordi previsti dal precedente Decreto Guerini sull’invio di armi all’Ucraina per sostenere il popolo invaso dalla Russia di Putin.
Alle accuse giunte ieri in Parlamento dal leader del M5s Giuseppe Conte sul Governo «guerrafondaio» e «legato alle lobby delle armi» , hanno risposto praticamente in comune visione tanto la maggioranza quanto le opposizioni di Pd e Terzo Polo, favorevoli invece al sesto invio di armi a Kiev. «Il Governo, in particolare il ministero della Difesa, sta dando esecuzione a 5 decreti presi da un precedente governo, il cui principale partito era il partito di Conte», ha spiegato ieri il Ministro Crosetto contestando le parole di Conte, «quindi, ogni critica su cosa succede adesso, Conte dovrebbe rivolgerla a se stesso». In conclusione, il Ministro della Difesa in unità con il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, hanno spiegato ieri «Abbiamo dato più volte ampia e totale disponibilità di riferire alle Camere di tutti i gruppi parlamentari a calendarizzare un decreto sul merito della questione e ad approvarlo entro il 31 dicembre 2022». Lo stesso Crosetto ha lanciato un appello prima del Cdm di oggi, rivolto a tutti i gruppi politici: «È ovvio che se il decreto in questione non venisse fatto entro tale data, prevista dalla legge, cadrebbe la copertura giuridica con la quale lo Stato italiano sta dando seguito agli impegni internazionali presi in sede Ue e Nato con l’Ucraina. Impegni presi dal precedente governo, con presidente del Consiglio Draghi, ministro della Difesa Guerini, e governo sostenuto dal partito di Conte. Mi aspetto che i gruppi parlamentari di opposizione rispetteranno l’impegno che oggi ci ha portati, per dimostrare la volontà di dialogo e di rispetto del governo verso il Parlamento, al ritiro dell’emendamento in questione».