Disegno di legge sulla libertà di parola in Gran Bretagna, accuse sul mondo dell’Università di averlo “annacquato” in seguito alla presentazione di emendamenti da parte del governo inglese. Nel mese di novembre, il Times aveva già raccolto la preoccupazione di alcuni esponenti del mondo accademico: il timore era che questo disegni di legge potesse favorire azioni “frivole” e vessatorie nei confronti dell’ambiente universitario. Infatti, al momento il disegno di legge dà la possibilità a chi ritenga violato il proprio diritto di libertà di parola a chiedere un risarcimento, passando per i tribunali o per i sindacati studenteschi.
Il governo inglese aveva replicato a questi timori sostenendo che la richiesta di risarcimento fosse l’ultimo step, da applicarsi soltanto in cui la denuncia fosse stata esaminata già dall’Università e dall’ente regolatore. E in questo caso, le persone che intendono denunciare una violazione della libertà di parola dovrebbero dimostrare di aver subìto dei danni in seguito a tale violazione. Una precisazione, questa, che ha gettato luce su un altro aspetto di questa vicenda.
Libertà di parola, i timori dell’ambiente accademico inglese
Disegno di legge sulla libertà di parola al vaglio del governo inglese. Il Times riporta le parole di preoccupazione di Jo Phoenix, professoressa di Criminologia alla Open University, costretta ad abbandonare la cattedra in seguito alle sue opinioni sulle questioni di genere. La docente ha definito “orrendi” gli emendamenti del governo al disegni di legge, parlando esplicitamente di un processo atto a rimandare continuamente il problema della libertà di parola nell’ambiente universitario inglese.
Già nella Camera dei Lord l’attuale disegno di legge si era scontrato con difficoltà e proteste. In particolare, era stato criticato perché consentirebbe al singolo individuo di intentare un’azione legale contro un istituto di educazione superiore oppure contro un sindacato degli studenti, se l’individuo ritiene che sia venuto meno il diritto alla libertà di parola. E secondo alcune personalità sentite dal Times, c’è la concreta possibilità che qualcuno utilizzi il disegno di legge a proprio vantaggio per mettere in difficoltà università, college e sindacati per promuovere la propria personale ideologia. E, come conseguenza, l’ambiente accademico potrebbe scegliere di diventare meno vivace e aperto al dialogo, onde evitare di essere trascinato in tribunale e dover sostenere un risarcimento. Per il momento, riferisce il Times, da parte del governo inglese è arrivata la promessa di considerare con attenzione queste osservazioni.