Il solstizio d’inverno 2022 cade alle 22.47 di oggi, mercoledì 21 dicembre, dando vita a quello che è ufficialmente il giorno più corto dell’anno, perlomeno in termini di luce. Nell’emisfero boreale, in tal senso, ci sarà luce soltanto per 8-9 ore, ma dal giorno successivo le giornate torneranno ad allungarsi e a diventare sempre più luminosi. Ma cos’è esattamente il solstizio d’inverno? Trattasi del periodo dell’anno in cui il Sole, nel suo moto apparente lungo l’eclittica, raggiunge la massima distanza angolare rispetto all’equatore celeste, posizionandosi nel punto più meridionale nella sua orbita apparente attorno alla Terra.
Nel solstizio d’inverno 2022, il Polo Sud è rivolto verso il Sole: addirittura – questa è un’interessante curiosità – in una zona inclusa fra il Circolo Polare Artico e il Polo Nord durante questo giorno speciale il Sole non sorge del tutto e si vivono persino 24 ore di buio completo.
SOLSTIZIO D’INVERNO 2022: QUANDO CADRÀ NEI PROSSIMI ANNI?
Il solstizio d’inverno, che si celebra anche in questo 2022, aveva un forte valore simbolico nell’antichità e nelle civiltà del passato, come rammenta “Focus”, evidenziando sulle sue colonne che in passato si svolgevano celebrazioni a Stonehenge (Gran Bretagna), a Newgrange (Irlanda), a Bohuslan (Iran) e anche in Val Camonica (Lombardia). In più, “a Stonehenge – il sito neolitico più famoso del mondo – anche al giorno d’oggi si radunano druidi moderni, che celebrano riti a metà tra la rievocazione storica e folklore ancestrale”.
Ma quali sono le date e gli orari precisi del solstizio d’inverno nei prossimi anni fino al 2026, naturalmente con riferimento all’orario di Roma: se nel 2022 coincide con le 22.47, il 22 dicembre 2023 il solstizio sarà alle 4.27. Seguiranno il 21 dicembre 2024 (10.20), il 21 dicembre 2025 (16.03) e il 21 dicembre 2026 (21.50). Il solstizio ritarda ogni anno di circa 6 ore rispetto all’anno precedente (esattamente 5 ore, 48 minuti e 46 secondi) e si riallinea forzosamente ogni quattro anni in corrispondenza dell’anno bisestile, introdotto allo scopo di evitare la progressiva divergenza delle stagioni col calendario. Questa è la ragione per la quale la data dei solstizi risulta essere mobile e non fissa.