Che fine ha fatto la “trasgressione” dei Festival di Sanremo a guida Amadeus (se tale si può chiamare, non essendoci più niente oggi che non sia già stato trasgredito). E lo sdoganamento del rock, con la vittoria dei Maneskin che, sempre secondo Amadeus avrebbe dovuto spingere tutti i ragazzi italiani a imbracciare una chitarra? E la trap, l’indie, insomma la nuova scena musicale italiana sbandierata ai venti? Boh. Leggere la lista degli artisti, i cosiddetti “big” annunciata dal presentatore non c’è traccia di nulla di tutto questo. Quello del 2023 è un ritorno alla normalità, alla scontatezza, a un “sciogliete le righe”, tutti a casa, per la felicità dell’immancabile casalinga di Voghera da sempre considerata la spettatrice principe di Sanremo.
Le prime due edizioni della gestione Aamadeus si erano segnalate per un tentativo di cambiamento, di allargare lo spettro musicale proposto a generi e prospettive diverse. Il festival invece torna ad essere un macigno soffocante sulla musica italiana, come è quasi sempre stato. Forse è la scena italiana stessa a essersi impoverita, visto che si candidano 300 artisti per partecipare al festival, quindi la scelta c’era, ma non è piaciuta. Intanto si segnala la mancanza di grandi del passato: l’anno scorso avevamo avuto Gianni Morandi, Iva Zanicchi e Massimo Ranieri. L’anno prossimo ci saranno i Cugini di campagna, da decenni nel dimenticatoio generale, se non si fossero tirati fuori da soli inventando la divertente sfida ai Maneskin. Anche la reunion degli Articolo 31, gruppo nato nei primi anni 90, ormai si può considerare roba del passato, così come il ritorno di Paola e Chiara assenti dalle scene da un ventennio, ma certo il paragone non è edificante. E che dire di Gianluca Grignani? Un altro ex giovane, per di più alle prese con problemi di salute (leggi: alcol) che magari ne combinerà una delle sue, tanto per alzare l’audience. Si val su tranquillo nazionale popolare con Colapesce Dimartino, Anna Oxa, Mengoni, Levante. Elodie magari colpirà con qualche mise super sexy. Di fatto l’unica novità interessante è la giovanissima Ariete, una ragazza davvero in gamba da noi segnalata in tempi non sospetti, la paura però è che a Sanremo presenti una brano appunto… sanremese, che non è la sua cifra artistica di ben altro spessore. Ci sono poi parenti, figli d’arte, come LDA, figlio di Gigi D’Alessio, ma chi l’ha mai sentito nominare prima? E la scena rap e tra che fino all’anno scorso dominava? E? morta? Probabile. Certo, c’è Ultimo che è però un personaggio a rischio. In molti lo danno già vincitore.
Insomma un festival che si rimangia quanto promesso, con il rischio di annoiare. E per di più, contando che i giovani quest’anno diventano sei, ci saranno ben 28 concorrenti… Troppi. A questo punto uno spazio per i Jalisse, che si sono candidati per la ventiseiesima volta consecutiva dopo aver vinto un festival, ci stava.