Il 25 dicembre in tutto il mondo cattolico si celebra una ricorrenza molto importante: la nascita di Gesù, chiamata anche il Natale del Signore. Si tratta di una delle ricorrenze più importanti e più sentite da tutti i cattolici che si ritrovano insieme per celebrare la nascita del figlio di Dio. La parola Natale è ricca di significati profondi, sia spirituali che terreni, e trae le sue origini dalla parola latina natus, che significa appunto nascere. Per trovare traccia dei primi riferimenti alla festività del Natale bisogna risalire fino al alla prima metà del IV secolo, questa data è stata infatti riportata in un calendario cristiano chiamato Chronographus redatto nell’anno 354 da un calligrafo cristiano di nome Furio Dionisio Filocalo. La celebrazione liturgica del Natale, data l’importanza di questa festa, inizia già la sera antecedente (il 24 dicembre) per terminare con il battesimo di Gesù.
Vi sono quindi quattro momenti fondamentali in questa liturgia, ognuno celebrato con una messa: la messa della vigilia, la messa della notte, la messa dell’aurora e la messa del giorno. Oggi il Natale è celebrato con sfarzo e con riti che spesso si allontanano dalla tradizione cristiana, perdendo di vista a volte il vero significato di questa ricorrenza. Ma qual è il vero significato teologico del Natale? Con la nascita di Gesù si realizza l’incarnazione di Dio in Terra, Dio che diventa simile agli uomini e al tempo stesso un suo dono per l’umanità. Si tratta di uno dei misteri della fede che l’essere umano non potrà mai capire fino in fondo ma che, attraverso la fede, dovrà accettare.
Santo Natale, i simboli della nascita di Cristo
La storia della nascita di Cristo è ricca di simboli, è una storia che viene raccontata ogni anno senza mai perdere di bellezza. Il parto nella grotta, con il bue e l’asino, servono per sottolineare l’umiltà della figura di Gesù che, seppur superiore a tutti gli uomini non vuole per se sfarzo e gloria, ma solo la vicinanza di persone giuste e fedeli. Il vero spirito di questa festa consiste nel fare proprie le scelte che Dio fa attraverso la nascita di Gesù: una scelta di povertà, di dono e di servizio per gli altri. Solo chi fa proprie nella vita di tutti i giorni queste massime può definirsi un vero cristiano. Le tradizioni italiane per festeggiare il Natale sono tante e variano tra le tante città del nostro paese. A Matera, ad esempio, il giorno di Natale viene realizzato tra i sassi (le antiche case dei poveri) un presepe vivente molto suggestivo.
Anche a livello gastronomico si è soliti preparare pietanze diverse a seconda del territorio, in Liguria ad esempio si preparano i natalini in brodo, ovvero dei maccheroni serviti in brodo di cappone accompagnati da pezzetti di carne. Il giorno 25 dicembre si festeggiano anche le vite di altri santi e beati, come per esempio: Sant’Adalsinda di Marchiennes, una monaca nata in Belgio e vissuta nel VII secolo; Sant’Eugenia di Roma, giovane nobile romana che venne uccisa con tutta la sua famiglia; Sant’Alberto Chmielowski, vissuto alla fine del 1800 e fondatore della Congregazione dei Frati del III Ordine di S. Francesco, Servi dei Poveri.