In Russia da oggi non è più possibile dire “gay”, è vietato. Lo ha deciso Vladimir Putin, che ha firmato una legge, approvata all’unanimità dalla Duma (Camera bassa del Parlamento) che proibisce la “propaganda gay” non solo tra minorenni, come era dal 2013, ma anche tra gli adulti. Di conseguenza, non si può neppure discutere dello stile di vita LGBT. Questa misura non deve sorprendere, proprio alla luce del fatto che da nove anni era in vigore una legge che proibiva la diffusione tra bambini e adolescenti di informazioni su gay, gender e LGBT per evitare di suscitare “impostazioni sessuali fuori dalla tradizione“.
Ma anche di diffondere concetti come parità sociale di eventuali relazioni “diverse“, imponendo invece una informazione che deve suscitare interesse solo verso il concetto di famiglia tradizionale. Ora il presidente della Russia fa un passo avanti, vietando anche agli adulti di parlarne. Cosa si rischia? I trasgressori riceveranno multe fino a 80 euro, ma questa somma viene decuplicata se a violare la legge sono pubblici ufficiali, come gli insegnanti.
VIETATATO DIRE GAY IN RUSSIA: COSA SI RISCHIA
Ma non è finita qui, perché le persone giuridiche, come le case editrici, che trasgrediscono questa legge, rischiano multe fino a 16mila euro e la sospensione delle loro attività per 90 giorni. Nel caso invece di trasgressori stranieri, questi possono rischiare l’espulsione dalla Russia. Già nel 2014 la Corte europea per i diritti umani aveva stabilito che queste misure ledevano i diritti dei cittadini. Ma lo scorso marzo, in conseguenza della guerra in Ucraina, la Russia è uscita dal Consiglio d’Europa dopo avervi partecipato per 26 anni. In questo modo Vladimir Putin ha mani libere per la sua crociata contro l’omosessualità. A metà luglio un gruppo di deputati ha presentato un disegno di legge con questo progetto, includendo anche la cultura child-free, quindi le persone che scelgono di non avere figli. Poi a ottobre la Duma ha portato avanti il testo normativo che vieta anche solo di nominare “rapporti sessuali non tradizionali” e la propaganda “di ogni relazione che non attiene in modo stretto all’eterosessualità“. Dopo un dibattito durato una settimana alla Duma, c’è stata l’approvazione e quindi oggi la firma della legge da parte del presidente russo Vladimir Putin. “La presunta cultura gay e LGBT è uno strumento nella guerra ibrida contro il nostro paese e noi abbiamo il compito di proteggere la nostra società“, ha dichiarato il deputato e relatore Alexander Khinsthein.