Ufficio parlamentare di bilancio, il parere sulla manovra: “Quantificazioni incerte”
L’Upb, l’Ufficio parlamentare di bilancio, ha reso nota la propria valutazione sulla Manovra di Governo. Il giudizio è nel complesso positivo sull’impegno a ridurre il rapporto tra debito pubblico e il Pil. Nella legge di bilancio sono però “presenti alcune misure le cui quantificazioni risultano piuttosto incerte”. In particolare, come spiegato dalla presidente Lilia Cavallari, i dubbi riguardano la questione dei pagamenti con il pos. “Con il tetto ai pagamenti in contanti alzato a 5.000 euro e l’innalzamento a 60 euro della soglia entro cui si possono rifiutare pagamenti con pos, viene indebolita la lotta all’evasione” ha spiegato Cavallari.
I dubbi non provengono solo dall’Upb ma anche da Bankitalia. Fabrizio Balassone, capo del servizio Struttura economica del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, ha spiegato che “Le disposizioni in materia di pagamenti in contante e l’introduzione di istituti che riducono l’onere tributario per i contribuenti non in regola rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del paese che anima il Pnrr e con l’esigenza di continuare a ridurre l’evasione fiscale”.
Manovra, Ufficio parlamentare di bilancio: “Gravano rischi di varia natura”
Sulla manovra, dal 2023 in poi “gravano rischi di varia natura, come gli sviluppi della guerra in Ucraina e la possibile recrudescenza della pandemia, a cui si aggiunge il pericolo che l’inflazione energetica e la carenza di alcuni materiali compromettano l’attuazione del Pnrr”, ha spiegato la presidente dell’Upb Lilia Cavallari in audizione alla Commissione bilancio della Camera.
“Nel confronto con le attese di istituzioni e analisti privati, lo scenario programmatico del Governo sul Pil è quindi condivisibile per il 2022, mentre risulta nella fascia alta delle stime per i prossimi anni” ha proseguito Cavallari. Riguardo i dubbi dell’Ufficio parlamentare di bilancio, la presidente ha spiegato ancora che “questo vale sia sul versante delle coperture, con riferimento ad esempio alle stime del gettito derivante da definizione agevolata del contenzioso, sia dal lato degli impieghi, come nel caso della flat tax incrementale sugli autonomi”. In base alla manovra la spesa sanitaria “si riduce fino al 6,1% del Pil nel 2025, un valore inferiore anche rispetto al periodo pre-pandemia (6,4 per cento nel 2019, rispetto a una media UE del 7,9 per cento)”. Secondo Cavallari, la “pandemia ha contribuito ad aggravare alcuni problemi del Ssn e, in particolare, la carenza di personale, che assume oggi i contorni di un’emergenza nazionale”. Dunque la “situazione dei servizi di pronto soccorso è ormai difficilmente sostenibile”.