Sgarbi: “Gli editori non paghino le tasse”
Vittorio Sgarbi in calce alla presentazione dell’evento “Più Libri Più Liberi” che si è aperto oggi a Roma, ha lanciato una nuova provocazione, in linea con alcune altre che aveva giù lanciato in passato. “Sono particolarmente attratto dai piccoli e medi editori”, ha spiegato il sottosegretario alla Cultura, “le piccole case editrici sono i luoghi dove appaiono le meraviglie. Qui c’è la sorgente del piacere. I libri sono una difesa con cui i giovani possono combattere per il proprio futuro”.
Poi, continuando nel suo intervento fatto in vece del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, Sgarbi ha detto che secondo lui si dovrebbe cominciare a discutere sul fatto che “gli editori potrebbero essere agevolati sulla distribuzione” dei loro romanzi e delle opere che producono. “Gli editori devono capire dove andare”, ha spiegato ancora Sgarbi, e “il piccolo editore è la sorgente da cui tutto nasce”, Proprio in virtù di questo inestimabile valore che il sottosegretario alla Cultura associa agli editori “non gli farei pagare tasse“. Loro, ma anche gli “artisti e tutti quelli che si occupano di cultura non dovrebbero pagare le tasse”, ha ribadito concludendo il suo discorso.
Vittorio Sgarbi contro le tasse alla cultura
Questa volta il giudizio sulle tasse del sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, è toccato al mondo dell’editoria e, in generale, delle produzioni culturali, ma non è certamente la prima volta che si esprime in modo così forte. Questa volta, però, ci sarebbe da considerare anche la posizione privilegiata che Sgarbi ricopre all’interno dell’esecutivo di Giorgia Meloni, a stretto contatto con il Ministro alla Cultura, e potrebbe portare facilmente la questione a chi di competenza.
In tal proposito, però, è anche importante sottolineare che difficilmente quella che potrebbe avere le parvenze di una proposta avanzata da Vittorio Sgarbi, ovvero permettere ad editori e produttori di cultura di non pagare le tasse, potrebbe arrivare a qualcosa di concreto. Eliminare per intero la tassazione ad un’intera categoria, peraltro in alcuni suoi aspetti anche parecchio florida, creerebbe un pericoloso vuoto, oltre ad un precedente che sicuramente porterebbe altre categorie lavorative a chiedere lo stesso tipo di tutela, alimentando un meccanismo che porterebbe ad un aumento complessivo della tassazione indiretta.