LA “SCOMMESSA” DELLA CHIESA FRANCESE SUL TEMA DELL’AMBIENTE: “FEDE RISORSA PER ECOLOGIA INTEGRALE”
Seguire il principio dell’enciclica “Laudato Si’” nel tempo della battaglia mondiale (e culturale) del climatismo sfrenato: la grande “scommessa” è stata lanciata dalla Diocesi di Valence (regione di Drôme in Francia) in collaborazione con l’associazione “Oekologia”. È stato infatti creato negli scorsi mesi il campus “Laudato si’” con l’intento dichiarato di approfondire le dimensioni dell’ecologia integrale, come espresse nell’enciclica del Papa: la relazione con se stessi, la relazione con gli altri, quella con il Creato e con il Creatore in ultima analisi.
È un approccio unico quello della Diocesi di Valence che prova a guardare al problema dell’ambiente e del surriscaldamento climatico con gli occhi e la cultura di quella ecologia integrale che (non da oggi) la Chiesa propone come unica soluzione sostenibile per inquadrare l’importante questione ambientale. Come spiega “La Croce” in Francia, questo approccio unico è nato grazie all’Osservatorio diocesano delle realtà ecologiche (Odre), dove si sono riunite le riflessioni di Sébastien Dumont (presidente dell’associazione Oekologia), Fabien Revol (teologo associato all’Università Cattolica di Lione) e Augustin Guendouz, il referente diocesano per il marchio “Chiesa verde”.
L’ECOLOGIA INTEGRALE E GLI INSEGNAMENTI DI PAPA FRANCESCO E BENEDETTO XVI
«Nelle parrocchie, molte persone si impegnano per il pianeta, ma poche lo associano alla loro fede! Questi intensi soggiorni di uno o due giorni si svolgono nel centro di accoglienza Saint-Joseph di Allex, scelto per la sua cornice verde e il suo simbolismo. Se l’associazione che gestisce il luogo è membro di Biovallée da molto tempo, dal 2018 la comunità ha accelerato il suo approccio ecologico, al punto da raggiungere il terzo livello su quattro del marchio “Chiesa verde”», spiega padre Mathieu Boulanger, referente per l’Ecologia integrale della provincia francese. L’obiettivo di questi cicli di incontri e testimonianze è proprio quello di dimostrare che l’ecologia non è un “ripensamento” sul fronte ambientale, bensì si invitano le persone a “trasformarsi” «per riconsiderare, ogni giorno, il loro posto nel Creato», afferma Dumont. L’iniziativa del vescovo di Valence, Mons. Pierre-Yves Michel, è stata accettata e vede coinvolti molti parrocchiani diocesani: si pensa già a creare un secondo livello per poter approfondire le tematiche dell’eco-ansia e le risorse che si possono trovare nella fede in merito alla “giustizia climatica”.
Come insegna Papa Francesco nella enciclica “Laudato si’”, la fede è proprio quella risorsa centrale per poter recuperare un’autentica ecologia integrale: «il cantico di San Francesco ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia. […] Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi». Prima dell’enciclica di Francesco, in tempi “non sospetti” era stato il Papa Emerito Benedetto XVI a porre la centralità dell’ecologia integrale per unire le tematiche dirimenti della cura per la persona e quella per il Creato: «Lo sviluppo umano integrale è strettamente collegato ai doveri del rapporto dell’uomo con l’ambiente naturale, il cui uso comporta una comune responsabilità verso l’umanità intera e specialmente i poveri e le generazioni future… La crisi ecologica non può essere valutata separatamente dalle questioni a essa collegate, essendo fortemente connessa al concetto stesso di sviluppo e alla visione dell’uomo e delle sue relazioni con i suoi simili e con il creato. Saggio è, pertanto, operare una revisione profonda e lungimirante del modello di sviluppo, nonché riflettere sul senso dell’economia e dei suoi fini, per correggerne le disfunzioni e le distorsioni. Lo esige lo stato di salute ecologica del pianeta; lo richiede anche e soprattutto la crisi culturale e morale dell’uomo, i cui sintomi sono da tempo evidenti in ogni parte del mondo» (dall’enciclica “Caritas in Veritate” e nel “Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 2010”).