Tre giorni di sciopero per i benzinai e difficoltà per gli automobilisti che circoleranno sulle autostrade di tutta Italia. Saranno, infatti, chiusi i distributori. Protestano, dunque, i benzinai che hanno deciso di bloccare gli impianti di distribuzione. Lo sciopero dei benzinai è previsto nelle aree di servizio italiane dalle 22 di martedì 13 dicembre alle 22 di venerdì 16 dicembre. In particolare, sono state le sigle sindacali Faib, Fegica ed Anisa, quelle che rappresentano i gestori autostradali, a decidere la protesta. Di conseguenza, per tre giorni sulle autostrade italiane non sarà possibile fare benzina. Chi si metterà in viaggio e avrà bisogno di un rifornimento, dovrà uscire dall’autostrada, fare benzina e poi rientrare.
Il motivo dello sciopero dei benzinai è legato alla loro battaglia contro l’ipotesi di un decreto interministeriale, che attualmente è solo allo stato di bozza, che – a detta dei sindacati – “non prevede alcuna razionalizzazione della rete per una maggiore efficienza e ripropone un sistema di imposizione di royalty ad esclusivo vantaggio della rendita di posizione dei concessionari“. I sindacati hanno evidenziato che la bozza “non contiene una riforma regolatoria che possa consentire recupero di economicità finalizzato ad abbattere la differenza abnorme di prezzi tra viabilità ordinaria e autostradale“.
SCIOPERO BENZINAI SULLE AUTOSTRADE ITALIANE: I MOTIVI
Inoltre, i sindacati dei benzinai sostengono che violi “le norme di settore poste a tutela della continuità delle gestioni e dei livelli occupazionali“. Le associazioni di categoria denunciano poi lo stato “di assoluto degrado a cui sono state sottoposte le aree di servizio autostradali, sia in termini di prezzi dei carburanti e della ristorazione, del tutto abnormi e fuori mercato, sia in termini di standard qualitativi“. Le sigle sindacali hanno precisato di essersi rivolti ai ministri del precedente e attuale governo, senza però ottenere alcuna risposta né un incontro per discutere delle varie questioni. La situazione è diventata, pertanto, insostenibile per loro. Per tutti questi motivi è stato, dunque, proclamato lo sciopero. “Siamo costretti a rimanere aperti h24, ma adesso è arrivata anche la batosta delle bollette, passate da 2.200 euro mensili a picchi di 9mila, nonostante il consumo non sia cambiato“, ha dichiarato Antonino Lucchesi, presidente Faib autostrade. Peraltro, ha ricordato che i gestori degli impianti autostradali sono rimasti “aperti anche durante la pandemia, quando nessuno poteva circolare. Gli aiuti governativi sono arrivati, ma non sono stati in grado di pareggiare le perdite“.