La nomina di Luigi Di Maio a inviato speciale per il Golfo potrebbe essere a rischio a causa del Qatargate. Dopo che è venuto a galla lo scandalo delle mazzette dal Qatar che ha investito il gruppo socialista a Bruxelles, c’è una lettura che punta il dito contro l’Italia. Il timore è che questo colpo alla credibilità italiana blocchi iniziative, proposte e nomine in posizione chiave, come quella che era data per molto probabile, Di Maio inviato speciale dell’Ue per i Paesi del Golfo. Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, questa candidatura, mai smentita dal diretto interessato che tra l’altro è stato avvistato in colloqui stretti con persone vicine ai vertici emiratini per ricucire rapporti fondamentali per l’incarico, era data in dirittura d’arrivo. Ma attenzione alle mosse dell’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Josep Borrell, che ha l’ultima parola in merito.
Alla luce dello scandalo scoppiato in Belgio, per il commissario spagnolo è diventato difficile prendere questa decisione, ma soprattutto giustificare politicamente la scelta di un ex ministro italiano che alle ultime elezioni si è alleato col Pd, a cui appartengono alcuni dei personaggi toccati dalle indagini. Peraltro, per un ruolo di collegamento tra le istituzioni europee e i Paesi del Golfo e tenendo conto dei dossier di primaria importanza, dalla sicurezza all’energia.
FONTI UE “NOMINA INVIATO PER GOLFO SLEGATA DA INCHIESTA”
Il principale avversario di Luigi Di Maio per la nomina a inviato speciale dell’Ue per i Paesi del Golfo non se la passa meglio. Si tratta dell’ex commissario europeo per le migrazioni, Dimitris Avramopoulos, connazionale dell’ormai ex vicepresidente del Parlamento Ue, Eva Kaili, indagata con l’accusa di corruzione. Non appartiene alla stessa famiglia politica, ma prima dello scandalo era membro del board scientifico di Fight Impunity, ong presieduta dall’ex europarlamentare di Articolo 1 ed ex Pd, Antonio Panzeri. Infatti, Avramopoulos si è dimesso poche ore dopo la notizia dell’inchiesta. Cosa farà Borrell? Potrebbe anche scegliere di non cambiare le sue valutazioni, vista l’estraneità al Qatargate di entrambi i candidati. Altrimenti, se temesse l’impatto politico della sua scelta, potrebbe virare su altri profili. Una decisione, comunque, è attesa a breve. Fonti Ue però nelle scorse ore hanno precisato che la nomina dell’inviato speciale Ue nel Golfo è “totalmente slegata” dall’inchiesta belga. Lo spiega l’Ansa, citando un alto funzionario Ue. “Se anche questa ipotesi, gravissima, fosse confermata, l’inviato dovrebbe tenere i rapporti con l’intera regione, non con un Paese solo“, spiega la fonte. La nomina, comunque, dovrebbe arrivare “entro la fine dell’anno“.