Marino Bartoletti, grande giornalista, conduttore e scrittore, è stato ospite del programma di Rai Due, I Fatti Vostri. Le prime parole sono per la sua infanzia: “Da piccolo giocavo male al pallone – ha esordito Marino Bartoleti – ma guardavo mio papà che suonava, era nelle orchestre del liscio. Poi quando suon nato io è tornato a fare il sarto ma nel contempo suonava il sax. Mamma Maria confezionava invece abiti da donna”.
“Negli anni ’50 – ha continuato – il giorno dopo il Festival di Sanremo, a mia mamma chiesero di fare il vestito di Nilla Pizzi che aveva indossato all’Ariston, quindi comproò il televisore per vedere l’evento”. Marino Bartoletti si è laureato in giurisprudenza per poi iniziare a fare il giornalista: “Sono nato senza baffi, non li ho avuti fino a 25 anni. Il mio maestro Gianni Brerà mi portò al Guerin Sportivo e poi a Il Giorno”.
MARINO BARTOLETTI: “LA DOMENICA SPORTIVA FU LA LAUREA”
In studio passa quindi un vecchio filmato del Processo del Lunedì condotto proprio da Marino Bartoletti: “Sono 40 anni di televisione, quel programma ha cambiato il racconto dello sport”. Arrivò poi lo sbarco alla Domenica Sportiva: “Fu per me una laurea, è il Sanremo dei giornalisti sportivo io lo guardavo in tv e mai mi sarei immaginato di condurla”. Tanti gli sport seguiti da Marino Bartoletti: “Il ciclismo è quello che mi ha dato più gioia, i corridori li tocchi con le mani, vedi la loro sofferenza ed è un mondo in cui la prossimità fra l’atleta e chi lo racconta è molto diversa agli altri sport”.
Marino Bartoletti ideò anche Quelli che il calcio: “Portai quest’idea ad Angelo Guglielmi direttore dell’epoca di Rai Tre, ci mancava il conduttore, nessuno voleva fare questa versione tv di tutto il calcio minuto per minuto. Si arrivò a Fabio Fazio e fece la fortuna della trasmissione così come la trasmissione ha fatto la sua fortuna”. Sulla figlia: “Mi proibisce di rispondere alle domande di Sanremo è come una formula di demenza senile”. Infine sui nipoti Filippo e Alice: “Che nonno sono? Sono completamente disarmato. Mi diverto a giocare con loro e cresco con loro, abbiamo tanto da imparare da queste nuove generazioni”.