“Il rapimento di Emanuela Orlandi, così come quello di Mirella Gregori fu un fatto tutto del Vaticano ed eseguiti da uomini del Servizio segreto vaticano vicinissimi al Papa. La trattativa pubblica era ovviamente una sceneggiata ben orchestrata da pochi alti prelati operanti all’interno dei servizi vaticani”. A rivelarlo, come riportato dal Corriere della Sera, è stato Alì Ağca, l’uomo che sparò a Papa Wojtyla, il quale è ormai libero e risiede a Istanbul insieme alla moglie, l’italiana Elena Rossi. La sua verità sul caso è contenuta in una lettera inviata a Pietro Orlandi, fratello della ragazza scomparsa il 22 giugno 1983 a Roma.
La ricostruzione dell’attentatore riporta delle fonti ben precise e ha dei punti che potrebbero avere una logica, seppure controversa. “Emanuela Orlandi è stata presa in consegna da alcune suore fin dall’inizio, ha compreso l’importanza del suo ruolo e lo ha accettato serenamente. So di lei soprattutto grazie a un Padre spagnolo che mi ha visitato in Italia e anche qui a Istanbul. Un uomo, un religioso, animato da una fede autentica, che conosce i misteri del mondo e che non mente”, ha scritto nella lettera. Alì Ağca, tuttavia, non si limita a raccontare cosa accadde alla ragazza romana, bensì svela anche i motivi della scomparsa.
“Vaticano ordinò rapimento Emanuela Orlandi”. La verità di Alì Ağca
Il rapimento di Emanuela Orlandi e quello di Mirella Gregori, secondo Alì Ağca, sarebbero da collocare nell’ambito della Guerra Fredda. “Papa Wojtyla credeva profondamente nel Terzo Segreto di Fatima e credeva anche nella missione che Dio gli assegnava, ovvero la conversione della Russia. Dopo l’attentato voleva che io accusassi i Servizi segreti bulgari e quindi il Kgb sovietico. Il premio per la mia collaborazione, che loro mi offrirono e che io pretendevo, era la liberazione in due anni”.
La scomparsa della ragazza sarebbe proprio connessa a questo. “Io potevo essere liberato tuttavia solo a condizione che il presidente Sandro Pertini mi concedesse la grazia ed esattamente per questa ragione Emanuela e Mirella vennero rapite”. Pertini, tuttavia, non si sarebbe rivelato “manovrabile”, per questo motivo il Vaticano avrebbe portato avanti il piano in autonomia. La lettera dell’attentatore di Papa Wojtyla è arrivata a Pietro Orlandi, il quale non si sente a distanza di anni di escludere nessuna ipotesi: “Magari c’è una correlazione tra le varie piste”, ha commentato.