LE PAROLE DI CAPONE
Paolo Capone apprezza la volontà del ministro del Lavoro Calderone di convocare un tavolo con le parti sociali per arrivare a una riforma delle pensioni da varare entro fine 2023. Per il Segretario generale dell’Ugl, “è fondamentale razionalizzare gli strumenti di pensionamento esistenti per adeguare il sistema previdenziale alle esigenze dei lavoratori e salvaguardare, così, i diritti acquisiti. In questa prospettiva, la soluzione migliore è Quota 41, che prevede 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica, in quanto offre a migliaia di persone la possibilità di scelta”. Capone aggiunge che “aver impedito il ritorno in vigore della Legge Fornero è senza dubbio un primo passo significativo. È prioritario, inoltre, stabilizzare due formule di intervento sociale come l’Ape sociale e Opzione donna. L’Ugl è disponibile a discutere di nuovi meccanismi che incentivino la flessibilità in uscita e il ricambio generazionale incoraggiando, allo stesso tempo, l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro”.
LE PAROLE DI RONZULLI
Intervenendo alla trasmissione Mattino5, in onda su Canale 5, Licia Ronzulli, come riporta Ansa, ha detto che “grazie a Forza Italia ci saranno la proroga del superbonus al 31 dicembre e l’aumento delle pensioni minime a 600 euro per gli over 75” nella Legge di bilancio. Per la capogruppo al Senato di Forza Italia, “questa manovra tiene conto del quadro economico e, in modo responsabile, non mette a rischio i conti pubblici ma garantisce le fasce medio-basse”. In un’intervista al Quotidiano Nazionale, invece, Marina Calderone, ministro del Lavoro, ha spiegato che l’anno prossimo “vorremmo razionalizzare gli strumenti di pensionamento esistenti. È un lavoro complesso che riguarda tutte le gestioni previdenziali”, ma “abbiamo chiaro il metodo: aprire un confronto con tutti i soggetti istituzionali e rappresentativi interessati. Al fine di elaborare una proposta governativa da sottoporre al Parlamento”.
RIFONDAZIONE COMUNISTA SOSTIENE LO SCIOPERO DI CGIL E UIL
Come si legge su luccaindiretta.it, Rifondazione Comunista di Lucca in una nota fa sapere di sostenere lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil contro la Legge di bilancio, “perché la lotta è l’unica risposta possibile di fronte a questo governo che prosegue le politiche neoliberiste di quelli che l’hanno preceduto e ad un parlamento che non fa un’opposizione vera o la fa su aspetti marginali delle scelte economiche e sociali. Lo sosteniamo perché tra le richieste avanzate ci sono punti che sosteniamo da sempre come una riforma fiscale improntata a criteri di progressività, il recupero del drenaggio fiscale, una vera lotta all’evasione, l’eliminazione della precarietà, l’abolizione reale della legge Fornero e il riconoscimento del lavoro di cura e delle differenze di genere nel calcolo dell’età per la pensione, la rivalutazione delle pensioni e l’aumento delle minime a 1000 euro, una seria tassazione degli extraprofitti, il rilancio del pubblico attraverso investimenti e un piano straordinario di assunzioni, un piano per l’occupazione”.
I DATI DELL’ADEPP
Dal rapporto Adepp presentato martedì emerge che il 2021, come riporta Il Sole 24 Ore, “si è chiuso con 11,4 miliardi di euro di entrate e 7,7 miliardi di uscite a fronte di 600mila prestazioni. Gli iscritti, nel 2021, sono cresciuti dell’1,14% sull’anno precedente, ma con un balzo in particolare dei pensionati attivi (+10,64%), che sono oltre 108mila”. Il Presidente dell’Associazione degli enti previdenziali privati, Alberto Oliveti, ha spiegato che “probabilmente nelle professioni ordinistiche si registra un’elevata propensione a proseguire l’attività anche per attaccamento al lavoro. Inoltre, se a inizio carriera la professione si svolge individualmente, verso la fine si ha a che fare con studi avviati che è più facile gestire da pensionati. E in questo contesto di scenari globali preoccupanti e di inflazione è comprensibile la scelta di chi decide di accedere alla pensione senza rinunciare a mantenere una quota di reddito da lavoro”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PEDRETTI
Anche lo Spi-Cgil scende oggi in piazza contro la Legge di bilancio e il suo Segretario generale Ivan Pedretti, intervistato dal Manifesto, critica tra le altre cose la misura relativa al blocco parziale delle indicizzazioni delle pensioni. “Si tratta delle pensioni degli operai siderurgici e metalmeccanici, dei ferrovieri, dei dipendenti pubblici: lavoratori che hanno in media oltre 40 anni di contributi, soldi loro che ora gli vengono tolti”, spiega il sindacalista, che poi aggiunge: “È come se Confindustria decidesse di tagliare i salari: succederebbe il finimondo. Solo che i pensionati passano per privilegiati tanto che Conte ci diede degli ‘avari’ quando anche lui tagliò l’indicizzazione”.
IL PUNTO DI CALDERONE E DURIGON
Intanto nella maggioranza si lavora ancora sulle modifiche alla Legge di bilancio, anche per quel che riguarda le misure di riforma delle pensioni come Opzione donna e il blocco parziale delle indicizzazioni. All’Ansa il ministro del Lavoro Marina Calderone ha detto: “Stiamo ancora lavorando su questi temi, perché c’è, ovviamente, un dibattito in corso: ci sono delle richieste, ci sono degli emendamenti, sappiamo perfettamente che la manovra ha un suo ‘tetto’ e che, quindi, le disponibilità sono limitate”. Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ha invece detto di ritenere giusto “che una riforma pensionistica sia concertata, fatta con il massimo riguardo e non più come in passato dalla notte al giorno. Quindi penso a una riforma nel 2023 dove gli anni di contributi debbano avere una valenza, perché sennò avremo sempre pensioni più povere. Abbiamo iniziato questo percorso”.
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