Nonostante la distanza con i testi biblici, questi sono più utili di quanto pensiamo ad affrontare le grandi sfide del nostro tempo, anche la crisi climatica. Ne sono convinti Sophie Ramond, religiosa dell’Assunzione e insegnante alla Catho de Paris, e Olivier Artus, sacerdote e rettore della Catho de Lyon, autori del libro “Pensare alle sfide contemporanee con la Bibbia ebraica. Une éthique del bene e del male“. Non si tratta di usare la Bibbia per trovare le risposte ad ogni domanda che ci poniamo, se non addirittura verità senza tempo, perché bisogna cambiare il modo in cui la si legge.
Il lettore deve «abbandonare il suo modo di pensare», ma anche «lasciare il vocabolario contemporaneo per entrare nella logica del vocabolario biblico», spiega Olivier Artus, come riportato da La Croix. Quindi, bisogna compiere un viaggio nella Bibbia per riflettere sul bene e il male. Ad esempio, il tema del male irrompe in maniera violenta sin dalle prime pagine della Genesi. Basti pensare all’omicidio di Abele da parte di Caino (Genesi 4). La Bibbia prevede la «possibilità del male in un mondo creato buono da Dio». Ma c’è anche la violenza sociale, che è conseguenza di comportamenti individuali e collettivi. Quello che fa la Bibbia, però, non è solo denunciare male e ingiustizia, perché offre pure «strategie di resistenza» per contrastare ciò che minaccia il buon funzionamento della società.
“BIBBIA CI ILLUMINA ANCHE SULLA CRISI CLIMATICA”
Nella Bibbia ci sono esempi di «resistenza di individui o personaggi esemplari di fronte al male e alla violenza». Questo è il caso, ad esempio , di Mosè. Ma si possono individuare anche i testi legislativi con cui si cerca di prevenire e contrastare la violenza sociale, anche se ciò vuol dire sfidare l’ordine costituito. Per quanto riguarda la crisi climatica, come la Bibbia può illuminarci? Si parla della stretta connessione tra il destino dell’umanità e del suo ambiente. E mostra come l’uomo può esercitare la sua violenza anche contro la terra e le altre creature. Sophie Ramond e Olivier Artus sono consapevoli del fatto che gli scritti di Dio e i Salmi potrebbero non essere del tutto convincenti. «Ma resta il fatto che offrono le condizioni per pensare l’essere umano in modo diverso dalla prospettiva del progetto prometeico di superamento dell’invecchiamento e della morte, che porta con sé i semi della distruzione di ciò che pretende di migliorare e liberare», conclude Ramond a La Croix. Pertanto, il loro libro risulta uno strumento pedagogico tramite il quale il lettore scopre come gli esegeti lavorano per illuminare il presente a partire dai testi antichi, invitando tutti a riscoprire la Bibbia.