Omicidio Paolo Vaj: a processo Patrizia Armellin e Angelica Cormaci
Un omicidio efferato, due donne alla sbarra e una condanna pesante in primo grado. Sono gli ingredienti del delitto del 57enne Paolo Vaj a Vittorio Veneto, portati sul piccolo schermo da Un giorno in pretura nel corso della puntata di sabato 17 dicembre dedicata al processo a carico delle imputate. Sotto accusa l’ex compagna della vittima, Patrizia Armellin, e un’amica all’epoca convivente della coppia, Angelica Cormaci, rispettivamente condannate dalla Corte d’Assise di Treviso, lo scorso marzo, a 24 e 16 anni di carcere. Un esito diverso dalla richiesta della Procura che, ricostruisce Antenna 3, aveva chiesto una pena all’ergastolo per la prima e 14 anni per la seconda.
Armellin e Cormaci, le due donne di 57 e 27 anni condannate in primo grado per l’omicidio Paolo Vaj, secondo quanto ricostruito dal Corriere del Veneto sarebbero finite sotto la lente investigativa perché sospettate di aver ucciso il 57enne, la notte tra il 18 e il 19 luglio 2019, soffocandolo dopo averlo colpito con un bastone nell’abitazione di Vittorio Veneto dove viveva. Entrambe rinviate a giudizio, sono finite sul banco degli imputati e, dopo la sentenza di primo grado emessa nel 2022, secondo quanto riportato da Treviso Today poche settimane fa, sarebbe stata fissata la data di apertura dell’appello: 13 gennaio 2023. La difesa avrebbe sostenuto la morte per cause naturali.
Omicidio Paolo Vaj: qual’è il movente? Secondo l’accusa…
Il movente dell’omicidio Paolo Vaj, riporta Il Gazzettino, secondo l’accusa a carico delle due donne sarebbe economico. Patrizia Armellin e Angelica Cormaci avrebbero agito, stando alla ricostruzione che le avrebbe viste finire imputate, per incassare una serie di polizze assicurative da migliaia di euro. Il primo grado di giudizio si sarebbe concluso nel marzo scorso con due condanne rispettivamente a 24 e a 16 anni di reclusione. L’ex compagna e la giovane amica della coppia, per i giudici della Corte d’Assise di Treviso, sarebbero responsabili della morte del 57enne avvenuta nel luglio 2019 a Vittorio Veneto.
Il processo per l’Omicidio Paolo Vaj, di cui sarebbe fissato l’avvio dell’appello per le prime battute del 2023, è al centro della puntata di Un giorno in pretura intitolata “La ricerca della seconda vita“, in cui Roberta Petrelluzzi ripercorre le tappe giudiziarie della vicenda. Paolo Vaj, per l’accusa, sarebbe morto per soffocamento, la difesa sostiene che il decesso sia avvenuto per cause naturali. Il dramma si sarebbe consumato nell’abitazione di via Cal dei Romani dove la vittima viveva. Niente ergastolo a carico di Armellin, come invece richiesto in primo grado dal pm. Alle due imputate, scrive Il Corriere del Veneto, sarebbero state riconosciute le attenuanti generiche rispetto alle aggravanti: ritenute equivalenti per la posizione di Patrizia Armellin – valutazione per cui avrebbe evitato il carcere a vita all’esito del primo grado – e prevalenti per Angelica Cormaci. A carico di quest’ultima, la decisione dei giudici avrebbe imposto una pena superiore di due anni a quanto richiesto dal pubblico ministero.