LA “24 ORE DI LE MANS”: STORIA DELLA MITICA GARA ENDURANCE
La 24 Ore di Le Mans, una corsa tra storie leggendarie, il mito dell’endurance e un fascino che ancora oggi, nonostante il passare degli anni, resta praticamente intatto: è la famosa gara di automobilismo che si svolge dal lontano 1923 al centro delle vicende di “Le Mans ’66 – La grande sfida” (anche se il titolo originale è “Ford v Ferrari”), il film del 2019 diretto da James Mangold e che questa sera Rai propone in prime time, a partire dalle ore 21.25. Ma cosa sappiamo di uno degli eventi sportivi più affascinanti del mondo racing, e non solo, e narrato nella pellicola attraverso le vicende dell’imprenditore americano Carroll Shelby e del pilota britannico Ken Miles che proprio sulla pista francese scrisse una delle imprese più grandi (e beffarde…) della storia dell’automobilismo?
La 24 Ore di Le Mans è una gara del campionato del mondo Endurance (ovvero di durata) di automobilismo che si svolge ogni anno al Circuit de la Sarthe, nei pressi della località di Le Mans, in Francia: organizzato dall’Automobile Club de l’Ouest, la prima edizione si tenne nel lontano 1923 e a oggi se ne contano novanta, per uno degli eventi che ogni anno richiamano l’attenzione non solo degli appassionati di vetture prototipo e Gran Turismo ma anche dei media. Da allora la corsa si è sempre svolta in giugno, con le eccezioni del 1956, del 1968, del 2020 e 2021 (queste due a causa della pandemia da Covid-19). Le uniche cancellazioni invece risalgono al 1936, per ragioni economiche, e dal 1940 al 1948 per effetto della Seconda Guerra Mondiale e il successivo Dopoguerra. Il film di Mangold si focalizza sull’edizione del 1966, trionfale da un verso ma beffarda dall’altro per Miles, che alla fine per un disguido lasciò vincere Bruce Mc-Laren e Chris Amon della Shelby American su Ford GT40 Mk II.
24 ORE DI LE MANS: PROTAGONISTI, RECORD E MITI DELLA CORSA FRANCESE
Peraltro, in quel periodo (parliamo della seconda metà degli Anni Sessanta), andarono in scena alcune delle edizioni più avvincenti della 24 Ore di Le Mans, soprattutto perché nell’albo d’oro della kermesse di endurance si alternarono di fatto solamente due scuderie: da una parte la Ferrari, che pareva imbattibile, e che si aggiudicherà sei edizioni in quel decennio, e dall’altra la Ford che proverà con successo a interrompere il monopolio della casa di Maranello e alla fine vincerà quattro volte in quell’arco di tempo.
Ovviamente la gara di endurance più importante del circus deve la sua fama alla lunghezza ma anche a un regolamento molto particolare: vince infatti chi nel corso delle 24 ore percorre più strada. Inoltre c’è anche la famosa partenza ‘alla Le Mans’ coi piloti schierati ai lati della pista che al segnale scattavano verso le loro vetture per poi avviarle e partire.
Questo particolare tipo di partenza, ad esempio, spiega come mai le Porsche (da sempre protagoniste a Le Mans) conservano il blocchetto di accensione a sinistra e non a destra; un’altra regola che fece storia era che le auto dovessero percorrere il 70% della gara per essere classificate ma con altre curiose regole come l’essere in grado di completare l’ultimo giro.
Non solo: se oggi alla guida delle vetture si alternano almeno tre piloti, fino al 1970 non era così con due driver e prima ancora uno solo. L’incidente più grave si verificò nel 1955 a causa di un tamponamento che coinvolse la Mercedes di Pierre Levegh, volata sulle tribune, che uccise, oltre al pilota, 83 spettatori con un centinaio di feriti (l’incidente più grave nella storia dell’automobilismo); nel film di Mangold si parla anche della vittoria più contestata ovvero quella di McLaren e Amon e non una ex aequo con lo sfortunato Ken Miles (parliamo di lui in un altro articolo quest’oggi). Due curiosità: il pilota più vincente, con nove trionfi tra il 1997 e il 2013, è il danese Tom Kristensen (cinque per l’italiano Emanuele Pirro), mentre tra i costruttori domina la Porsche con 19 primi posti tra il 1970 e il 2017. Invece al cinema, oltre a quello di Mangold si ricorda il film “La 24 Ore di Le Mans” con Steve McQueen e per la regia di Lee H. Katzin.