Per Denys Shmyhal, primo ministro dell’Ucraina, è realistico pensare ad un negoziati di pace nei prossimi mesi. «Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha messo sul tavolo un piano di pace in dieci punti», dichiara a Le Monde, anticipando che verranno proposti incontri internazionali per discutere dei dettagli di questa proposta. C’è un aspetto cruciale però: «Siamo uno Stato indipendente, uno Stato europeo sovrano. Vogliamo vivere sul territorio riconosciuto a livello internazionale nel 1991. È un aspetto cruciale». Il problema è che la «Russia ha perso il senso della realtà», dunque per Shmyhal non comprende che «non sono in grado di vincere sui campi di battaglia grazie al morale e alla resistenza del popolo ucraino, da un lato, e al sostegno dei Paesi europei, degli Stati Uniti e del mondo intero, dall’altro».
Ma questo è anche il motivo per il quale la Russia sta adottando una strategia specifica, cioè quella di lanciare attacchi alle infrastrutture critiche dell’Ucraina. «Ciò è stato fatto nella speranza che gli ucraini fuggano dall’Ucraina, in modo da creare una nuova ondata, o addirittura uno tsunami, di rifugiati, al fine di destabilizzare i Paesi europei e rompere la loro unità». Da qui la convinzione dell’Ucraina che la Russia stia continuando a condurre una «guerra ibrida» e a usare «metodi ibridi di influenza sui Paesi dell’Unione europea, come facevano prima della guerra su larga scala al confine tra Bielorussia e Polonia».
“RICOSTRUZIONE? NON VOGLIAMO PERDERE TEMPO”
Tutto questo per il primo ministro Denys Shmyhal «è organizzato contro l’Europa». Nell’intervista a Le Monde spiega che nonostante la situazione sia difficile, c’è comunque fiducia. «È drammatico, ma supereremo questo shock». C’è poi il nodo Zaporizhia, occupata dai soldati della Russia. «Il supervisore ucraino aveva dato istruzioni per ricollegare l’impianto alla rete ucraina, ma i militari russi hanno picchiato e minacciato il personale per impedirlo. Ne abbiamo discusso con il Direttore Generale dell’AIEA, Rafael Grossi, e con il Presidente Emmanuel Macron. Stiamo cercando di smilitarizzare questo impianto, per garantirne il funzionamento. La sicurezza nucleare è la nostra priorità nel piano di pace proposto da Zelensky». Ma la Russia non vuole lasciare l’impianto, anzi ha installato armamenti pesanti lì; quindi, la situazione resta tesa e pericolosa. Nonostante ciò, in Ucraina si pensa già alla ricostruzione. «Vogliamo evitare di perdere tempo, come è successo con il lancio del Piano Marshall in Europa dopo la Seconda guerra mondiale. (..) I danni sono stati stimati in autunno in 350 miliardi di dollari. Entro la fine dell’anno, tuttavia, questa stima dovrebbe raddoppiare a 700 miliardi di dollari a causa dei massicci attacchi di Mosca contro le nostre infrastrutture».