Botta e risposta a distanza tra la commissaria europea all’Uguaglianza Helena Dalli e la ministra italiana per la Famiglia, Natalità e Pari opportunità Eugenia Roccella. La prima ha contestato un’affermazione della ministra, secondo cui «ogni bambino ha per forza una mamma e un papà. Ha una donna che lo ha messo al mondo e un papà biologico. Quando si dice che ha due mamme o due papà, non si dice la verità», accusandola di fare confusione tra le origini biologiche di un essere umano con lo status giuridico di famiglia e genitorialità. Il riferimento è ad esempio alle famiglie adottive e alle altre forme di famiglia che esistono in Europa. «Tutti i bambini, senza eccezioni, nascono con tutti i diritti umani e non dovrebbero essere esclusi. Si tratta di un diritto fondamentale sancito dal diritto comunitario e internazionale», aveva aggiunto Dalli nell’intervista al Corriere della Sera.
Proprio tramite le colonne del giornale diretto da Luciano Fontana la ministra Roccella ha voluto replicare con una lettera pubblicata nell’edizione odierna. Riparte proprio dalla sua affermazione «fin troppo scontata» per difendersi. «Non credo sia possibile tracciare una così netta demarcazione tra biologia e diritto, contrapponendo la prima al secondo, come se si potessero escludere l’un l’altro».
“FECONDAZIONE IN CRESCITA PERCHE’ SI CARCA LEGAME GENETICO…”
Secondo la ministra Eugenia Roccella le adozioni in tutto il mondo stanno crollando, mentre cresce il ricorso alla fecondazione artificiale, «anche perché si cerca con il figlio proprio quel legame genetico che astrattamente si nega». Parla di una «contraddizione» che prova «la resistenza di un bisogno profondo: trasmettere qualcosa di sé, saldare quella catena tra generazioni che permette di superare il confine dell’io e l’angoscia della morte». Inoltre, per Roccella non si possono eludere molte delle contraddizioni di chi sostiene una genitorialità slegata dalla biologia. «Per esempio tacciono sul nuovo mercato transnazionale di parti del corpo umano, in particolare di quello femminile». Il riferimento in questo caso è alla «compravendita di gameti e l’utero in affitto», gli unici modi per oltrepassare la biologia.
“DIFFICILE AMMETTERE CHE TUTTI SIAMO NATI DA UNA MADRE E UN PADRE?”
Nel frattempo, spiega la ministra per la Famiglia, Natalità e Pari opportunità, è esploso il lato commerciale di queste pratiche, mentre la politica tace. «È imbarazzante, evidentemente, ammettere che gli ovociti delle donne dell’est valgono più di quelle africane, o che i contratti di maternità surrogata hanno clausole spesso molto dure». La ministra cita anche la questione dei rimborsi confrontandola con la tradizione solidaristica italiana: «Nel nostro Paese il sangue, le cellule e i tessuti per i trapianti sono rigorosamente gratuiti, escludendo ogni sfruttamento della povertà o di condizioni di fragilità». Nella lettera al direttore del Corriere, la ministra Eugenia Roccella smentisce anche di mettere in discussione le adozioni quando attribuisce rilevanza alla biologia. «Con l’adozione si rimedia a una mancanza che non è stata voluta e progettata, ma data dalle circostanze della vita: crescere senza il proprio padre e la propria madre non è certo un’opportunità, in generale, per un bambino». Dunque, conclude con una domanda: «Perché è diventato così difficile riconoscere che siamo tutti nati da una madre e da un padre?».