Lo spettro della ‘ndrangheta aleggia anche su uno sport come il padel. Otto campi dedicati a questo sport sono stati sequestrati a Milano, ma non è tutto. L’imprenditore Marco Molluso, nipote del boss Giosofatto Molluso condannato per associazione mafiosa, si trova attualmente ai domiciliari per false fatture e autoriciclaggio. Al momento è infatti ritenuto dalla Direzione Investigativa Antimafia “gravemente indiziato dei reati di emissione e utilizzo di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e autoriciclaggio“. I campi di padel sequestrati si trovano all’interno di Centro Sportivo comunale.
Marco Molluso, 39 anni, è l’allenatore della Castanese e, come hanno svelato le indagini dell’Antimafia, una delle società a lui riconducibili “aveva partecipato alla realizzazione di otto campi di padel del valore di circa 700mila euro, all’interno di un Centro Sportivo comunale e assegnato in concessione a una società dilettantistica milanese”, come riporta Repubblica. Gli impianti sequestrati si trovano nel quartiere Barona e sono inoltre risultati “edificati abusivamente e senza alcuna preventiva autorizzazione da parte dei competenti uffici”. Come precisa il gip nella sua descrizione, inoltre, Marco Molluso “presa consapevolezza dell’estrema redditività del business del padel, aveva deciso di investire le sue risorse economiche (di dubbia provenienza) in svariate operazioni di cui quella del Centro Sant’Ambrogio è solo una parte”.
Campi da padel della ‘ndrangheta a Milano: “profitti illeciti e frode fiscale”
Campi di padel sequestrati perché in mano alla ‘ndrangheta, secondo gli inquirenti Marco Molluso aveva “sottoscritto un contratto di prestazione d’opera (risultato poi inesistente) con la società che gestisce in concessione il centro sportivo”. E a quel punto avrebbe “finanziato e costruito i campi da padel potendo contare su profitti illeciti derivanti dalla commissione di numerosi reati fiscali con l’obiettivo di partecipare agli incassi derivanti dal loro noleggio ai cittadini”. Per il gip, in relazione ai campi da padel, tra il 2020 e il 2021 “la società immobiliare di cui risulta titolare sarebbe stata al centro di una frode fiscale di oltre 1,5 milioni di euro legata sia all’emissione che all’utilizzo di fatture false con indebita detrazione di Iva”.
Il gip ha inoltre parlato di “quadro allarmante” in cui Marco Molluso estendeva “il sistema illecito in aree imprenditoriali sempre più numerose e diversificate giungendo a introdursi nella gestione degli spazi pubblici”. Come sottolinea IlFattoQuotidiano, la cosca Molluso è originaria di Platì, in provincia di Reggio Calabria, ma da anni è attiva a Buccinasco, un piccolo comune presso Milano.