Marta Pollicino, gip del Tribunale di Milano, ha nominato un pool di otto esperti con l’obiettivo di fare chiarezza sui 400 anziani morti di Covid-19 che erano residenti nella casa di cure Pio Albergo Trivulzio del capoluogo lombardo tra i mesi di gennaio e aprile 2020, all’inizio della pandemia. L’obiettivo, come sottolineato nella documentazione e riportato da Ansa, è quello di stabilire il “nesso di causalità tra i decessi e le infezioni riscontrate tra gli ospiti” e “il personale”, tra l’inizio di febbraio e la fine di giugno, e le “eventuali inosservanze” delle misure di sicurezza nella struttura.
L’inchiesta finora condotta non ha portato a degli esiti certi. È per questo motivo che è stata chiesta una nuova perizia dopo che lo scorso giugno era stata respinta la richiesta di archiviazione sul caso. “Dal risultato della perizia potrebbero ricavarsi elementi fondamentali per l’esercizio dell’azione penale e per sostenere l’accusa in giudizio”, ha scritto Pollicino. Inoltre, i giudici hanno aperto alla possibilità di estendere il periodo di indagine.
Anziani morti di Covid in casa di cure Trivulzio: i capi di accusa
Le indagini sui 400 anziani morti di Covid-19 nella casa di cure Pio Albergo Trivulzio di Milano dunque non verranno chiuse. I capi di accusa che pendono sulla struttura e sul direttore generale continuano ad essere quelli di omicidio e epidemia colposi e violazione delle regole sulla sicurezza. La prossima udienza si terrà il 6 marzo, quando avverranno il conferimento dell’incarico ai periti e la formulazione dei quesiti per i nuovi accertamenti.
Intanto, le autorità stanno acquisendo ulteriori potenziali prove. Nei mesi scorsi alla Guardia di Finanza è stato chiesto, in tal senso, di recuperare dei documenti, tra cui in particolare le cartelle cliniche dei pazienti. Le persone coinvolte nel procedimento in quanto offese sono circa una trentina, tra cui l’associazione Felicita che rappresenta i familiari degli anziani.