“LADY” SOUMAHORO, GIP CONFERMA LA MISURA: RESPINTA RICHIESTA REVOCA
Secondo quanto riportato dai colleghi di “Latinaoggi.eu” la moglie-compagna di Aboubakar Soumahoro, Liliane Murekatete, si è vista respingere dal gip di Latina la richiesta di revoca della misura interdittiva fissata nei giorni scorsi dopo aver ricevuto l’avviso di indagine per la gestione delle coop di accoglienza migranti. Accusata – assieme alla madre Marie Therese Mukamitsindo e al fratello Michel Rukundo – di malversazione ed evasione fiscale per le coop Karibu e Consorzio Aid, non sono bastate le spiegazioni date lunedì scorso in Tribunale di Latina davanti al gip.
L’avvocato Lorenzo Borrè (che assiste Liliane Soumahoro) aveva presentato una richiesta di revoca del provvedimento eseguito nei giorni scorsi: il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Molfese ha invece rigettato il tutto, confermando il reato potenziale ascritto alla compagna del deputato sospeso di AVS (seguendo i materiali presentanti dal pm Andrea D’Angeli). La difesa di “Lady Soumahoro” aveva puntato sui documenti presentati che certificano come all’epoca del periodo contestato dalle denunce su Karibu e Aid, la moglie di Aboubakar Soumahoro era incinta e quindi non in grado di gestire la cooperativa. Di fatto, ha cercato di “scaricare” la responsabilità tutta sulla madre e sul fratello, i quali invece davanti al Gip si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Secondo quanto riportato sempre dal quotidiano locale di Latina, a convincere il gip a non revocare la misura vi sarebbero alcuni nuovi dati emersi dagli atti gestionali del Cda durante quel periodo che vedrebbero Liliane Murekatete in pieno svolgimento delle sue funzioni.
ISPETTORI MISE VERIFICANO ATTIVITÀ DELLE COOP SOUMAHORO
Le indagini sul “caso” Soumahoro intanto proseguono tanto a livello giudiziario – contro la moglie, la suocera e il cognato – quanto sull’effettiva gestione dei migranti per la famiglia di chi si è speso e fatto eleggere proprio in forza di una storia di tutela e battaglie pro-braccianti e pro-rifugiati. Nelle scorse ore gli ispettori del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex MISE) si sono recati in prefettura a Latina per raccogliere tutto il materiale relativo alla gestione delle cooperative Karibu e Aid. I controlli prendono il via dai vasti accertamenti determinati dalle vertenze sugli stipendi non pagati a diversi lavoratori della coop di famiglia Soumahoro, a fronte di bandi e fondi ininterrotti avvenuti negli ultimi anni.
Si attende intanto la nomina del commissario liquidatore della Karibu così da procedere alla risoluzione delle vertenze di lavoro di più di 20 dipendenti (assistiti dal sindacato Uiltucs) per i quali la prefettura di Latina ha aperto un tavolo permanente. «Per quanto riguarda la cooperativa Karibu si è conclusa l’istruttoria, culminata con la proposta di messa in liquidazione coatta amministrativa per eccessivo indebitamento e mi appresto a nominare i commissari liquidatori», aveva detto il Ministro Adolfo Urso intervenendo alla Camera. Ancora in sospeso la situazione politica di Aboubakar Soumahoro, ormai prossimo all’espulsione da Verdi e Sinistra Italiana: non sono invece giunte risposte dirette dai leader di AVS in seguito alle potenziali prove presentate a Bonelli e Fratoianni (da ‘Striscia la notizia’, ndr) che erano stati pre-avvertiti sull’operato di Aboubakar Soumahoro.