Cina: “Zero morti covid”, cosa c’è di vero?
Il covid in Cina da diverse settimane, a sentire il Governo, non è più un problema. La gente sembra ormai essere sufficientemente protetta, il virus non infetta più e nei pochi casi in cui lo fa, sembra non essere più affatto letale. Dal 7 dicembre, infatti, è stata ufficialmente abbandonata la strategia “zero covid”, e da quel momento i decessi registrati sono stati in totale 7, tutti avvenuti a Pechino.
Ciò che è cambiato, però, non è il covid in Cina, ma il modo in cui il governo lo considera e, soprattutto, il modo in cui vengono conteggiate sia le vittime che i contagiati. Procedendo per ordine, ora è considerato “morto di covid” solamente il paziente che è deceduto per via della polmonite o dell’insufficienza respiratoria, in seguito ovviamente ad un tampone positivo. Similmente, tra i contagi calcolati dalla Commissione Sanitaria Centrale, non andranno più a ricadere gli asintomatici e coloro che presentano solo sintomi lievi. Il tracciamento delle infezioni, in ultima istanza, è stato completamente abbandonato. Tutto questo, ovviamente, rende estremamente difficile raccogliere con cura i dati in merito al covid in Cina, circostanza che preoccupa tanto gli esperti del Paese, che quelli mondiali.
Covid in Cina, la preoccupazione degli esperti
Insomma, per quanto il Governo voglia far passare l’idea che il covid in Cina sia sparito, la realtà del paese sembra parlare di una situazione decisamente diversa. La circolazione delle persone nelle città, racconta il Corriere della Sera, è scarsissima, così come i cittadini scrivono lunghi sfoghi preoccupati sul social, lamentando il fatto che sempre più persone della loro cerchia siano positive, rispetto al 2020 quando i contagi erano minori. Le terapie intensive sono state incrementate e fuori dai forni crematori sembra esserci un gran via vai di carri funebri.
Infatti, a differenza di quanto ritiene e certifica il Governo della Cina, i decessi per covid non sussistono solamente con polmoniti o insufficienze respiratorie, ma pensano anche, per esempio, le patologie pregresse, come spiega l’epidemiologo cinese Wang Guiqiang. L’americano Benjamin Mazer, invece, cita anche i problemi cardiaci, le trombosi e la sepsi, tra le cause di morte con covid. I primi casi di Covid in Cina sono stati registrati a dicembre 2019, e nell’arco di un paio di mesi l’infezione è diventata pandemica, ed in questo periodo la Cina ha registrato la maggior parte dei decessi sul territorio (5.241 riporta il Corriere). Ora, però, delle stime parlano di un 40% di popolazione contagiata nelle ultime settimane (al 90% asintomatici) e i dati sui decessi sembrano decisamente inattendibili e in controtendenza con il mondo. I morti per covid, infatti, globalmente oscillano tra i 1.400 e 3.000 per milione di abitanti, mentre in Cina i decessi sono appena 3 ogni milione di abitanti.