La tanto discussa legge di bilancio 2023 che è costretto il Parlamento a fare letteralmente la veglia all’interno della commissione bilancio e poi della Camera dei deputati, per poi vedere il testo indirizzato direttamente al Senato, ha introdotto, tra le altre cose, una stangata sulla tassa di soggiorno: ma di quanto aumenta davvero?
Tassa di soggiorno: gli aumenti per i capoluoghi che presentano alcuni requisiti
In realtà la tassa di soggiorno che, fino a questo momento, è costata fino ad un massimo di 5 euro, vedrà lievitare il prezzo fino a 10 euro a notte. La decisione potrebbe avere forti ripercussioni sul turismo, ecco qual è il motivo.
Il settore del turismo che nei due anni di pandemia ha subito dei forti rallentamenti, potrebbe avere ulteriori problemi a causa dell’aumento della tassa di soggiorno a 10 euro per notte in alcuni comuni capoluogo di provincia sulla base delle ultime rilevazioni e delle decisioni del governo che pare l’abbia introdotto in manovra. Benché la manovra di bilancio sia stata discussa e vagliata dai tecnici del MEF all’interno della commissione, nessuno pare abbia posto il veto all’incremento della tassa di soggiorno fino a 10 euro.
Ma in che modo aumenterà la tassa di soggiorno? I dieci euro valgono per tutti? La legge di bilancio ha stabilito che la tassa di soggiorno potrebbe essere aumentata se la presenza turistica supera di 20 volte il numero degli abitanti residenti. In realtà si tratta di una tassa pensata proprio per le grandi città d’arte tra cui Roma, Firenze e Venezia che, proprio recentemente, ha deciso di limitare il suo ingresso al centro e di consentirlo soltanto su prenotazione.
Come sappiamo l’Italia è un paese che vive di turismo e di arte e per questo la legge di bilancio 2023 ha deciso di intervenire proprio in questo settore che costituisce una fetta importante del PIL nazionale.
Tassa di soggiorno: gli aumenti per i capoluoghi che presentano alcuni requisiti
Anziché favorirlo, la manovra ha deciso di dare una vera e propria stangata a tutti coloro che decidano di pernottare all’interno di un albergo o di un bed and breakfast. Oltre al rincaro dei prezzi di soggiorno dovuti all’aumento della materia prima in particolare del caro bollette che costringe gli alberghi e tutte le strutture ricettive ad incrementare il prezzo, un emendamento inserito in manovra consente l’incremento del 100% del costo della tassa di soggiorno fino a 10 euro a notte nel 2023. Naturalmente l’emendamento dovrebbe diventare immediatamente operativo da gennaio 2023.
Questo cambiamento non dovrebbe riguardare la totalità delle strutture ricettive, ma soltanto gli hotel e bed and breakfast che si trovano appunto nei capoluoghi che nel corso dei tre anni precedenti hanno rilevato presenze turistiche per un numero di venti volte superiore ai propri residenti. I dati saranno riferibili a quelli pubblicati dall’ISTAT e che riguardano la presenza turistica media registrata nel treno precedente all’anno in cui viene deliberato l’aumento dell’imposta.
Le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra, tra queste anche a suo turismo Confesercenti ed il suo presidente Vittorio Messina che ha dichiarato:
“Con questo nuovo intervento, l’imposta diventa un vero e proprio esborso, da 280 euro a settimana per una famiglia con due figli. Una stangata da evitare assolutamente, anche in considerazione del fatto che l’imposta di soggiorno già costa agli ospiti delle strutture ricettive italiane più di mezzo miliardo di euro l’anno: tra questa e l’Iva su prodotti e servizi turistici, i visitatori del nostro paese sono tra i turisti più tartassati al mondo.”
Negativo anche il commento da parte di Federalberghi:
“È un pessimo regalo di Natale per le imprese e i lavoratori turistici delle destinazioni interessate, che con grande fatica si stanno risollevando dal baratro in cui erano sprofondate durante la pandemia e sono tuttora alle prese con la stangata del caro energia”.