Il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente Cei, è intervenuto a Radio Vaticana – Vatican News per i suoi auguri di Natale. L’arcivescovo di Bologna ha esordito sottolineando che l’umanità si sta misurando con la fragilità e la forza del male e questo molto spesso origina tristezza, rassegnazione e malinconia. Tuttavia, nel mondo lo scontro tra il bene e il male “c’è sempre stato. Direi che spesso pensiamo privilegiando un ottimismo che richiede poco, che si misura poco con la realtà. Pensiamo che in fondo abbiamo una soluzione contro il male. E che questo non richieda il nostro coinvolgimento e sacrificio”.
In Ucraina va cercata la via della pace: bisogna crederci, bisogna trovarla e percorrerla, “nonostante le evidenze contrarie. Se ci ricordiamo, all’inizio del conflitto, alcune delegazioni si incontrarono. Qualche mese fa i generali americani dissero che bisognava iniziare a parlare tra le parti in conflitto. Bisogna sempre farlo con intelligenza e la pace deve coinvolgere tutti”, ha detto il cardinale Zuppi, asserendo altresì che la proposta del cardinale Parolin e della Chiesa italiana di un incontro di pace a Helsinki ricorda come “Helsinki è qualcosa che in passato ha coinvolto tanti Paesi, come deve essere, per creare un’intesa che risolva le incomprensioni, rifletta sugli errori fatti. Bisogna quindi dare vita a un nuovo patto che garantisca una nuova situazione di equilibrio e di pace”.
CARD. ZUPPI: “TROPPA NATO E POCA ONU”
Il presidente Cei ha voluto aggiungere che, a suo avviso, in Ucraina c’è “troppa Nato e poca Onu” e che l’Onu “non viene spesso utilizzata anche per le tante delusioni, gli errori commessi in passato. Però c’è una certa differenza. Le Nazioni Unite coinvolgono tutti i Paesi, la Nato soltanto una parte. Ora, se vogliamo garantire una presenza che sia di interposizione accettata da tutti, è chiaro che dobbiamo usare l’unico strumento che abbiamo e che coinvolge tutte le nazioni”.
Alle istituzioni, il cardinale Zuppi ha voluto asserire come questo particolare momento storico possa tramutarsi in una grande possibilità, una grande opportunità: “Il vero augurio per le istituzioni e per chi opera nel sociale è quello di pensare a chi verrà dopo di noi, anche con sacrifici, per costruire cose solide. Per certi versi, come avvenne decenni fa dopo la guerra, abbiamo ricostruito relazioni, economia, tessuto comunitario. Ecco, penso che quello sforzo, con determinazione e visione del futuro, possa dare tanta speranza, lavorando insieme”.
CARD. ZUPPI: “DIO VIENE TRA GLI UOMINI PERCHÉ NON ACCETTA LE TENEBRE”
Anche la Chiesa ha bisogno di auguri, come ha detto il cardinale Zuppi. Essa è “una famiglia dove nessuno è un oggetto, dove nessuno viene scartato, dove nessuno è straniero e questo nelle pandemie, nelle tempeste, è davvero un’arca di rifugio. Sappiamo che siamo deboli, che abbiamo tanti problemi, li abbiamo sempre avuti, però deboli come siamo abbiamo una forza straordinaria. Questo è l’augurio, con la consapevolezza di continuare a costruire case che siano accoglienti e aperte per tutti e dove tutti possano vedere la presenza di Dio che viene tra gli uomini perché non accetta le tenebre, perché follemente continua ad amarci nonostante noi follemente continuiamo a farci del male”.
In conclusione, il cardinale Zuppi ha asserito che talvolta pensiamo che il sobrio sia mesto, triste. Invece “la sobrietà ci aiuta a capire il Natale, a liberarlo da tutte le melasse che portano poco e illudono molto. La sobrietà, come ricorda il Papa, ci fa scoprire la verità e la bellezza del Natale che è appunto sobria, molto povera. Gesù è nato in una mangiatoia. Ecco, lì troviamo tanta vita. Il Natale non è nello sfarzo, nel tanto, ma è nel poco che troviamo il tanto”.