Un software creato dalla start up israeliana “Toka” consente ai governi occidentali di disporre della possibilità di accedere a tutte le telecamere e di alterare le riprese, in tempo reale o registrate, a proprio gusto e piacimento, senza lasciare traccia della modifica. Lo rivela il quotidiano “Haaretz”, ripreso in Italia dal “Corriere della Sera”, che ha sottolineato che tale software è stato realizzato dalla società fondata dall’ex premier d’Israele Ehud Barak e dall’ex capo della divisione cibernetica dell’esercito del Paese ebraico, Yaron Rosen.
Il “CorSera” ha evidenziato che la tecnologia del software fornito da Toka consente ai clienti di “penetrare il sistema di videosorveglianza – di un edificio governativo, di un hotel, di una casa – e anche le webcam semplicemente selezionando l’area geografica che interessa. Una volta dentro, è possibile osservare in diretta cosa succede davanti a queste videocamere, ma anche intervenire per mostrare quello che si vuole a chi quegli obiettivi li usa ufficialmente”. Tuttavia, in base ai documenti visionati dal giornale “Haaretz”, chi utilizza questo programma può anche “accedere all’archivio video, individuare alcuni specifici momenti e cambiarli per ‘nascondere attività di intelligence'”.
SOFTWARE TOKA E LA MODIFICA DELLE IMMAGINI DI SORVEGLIANZA: QUALI SONO I RISCHI?
Sul suo sito web ufficiale, la start up Toka ha evidenziato che il suo software viene distribuito unicamente a forze armate, organizzazioni per la sicurezza nazionale, intelligence e forze dell’ordine “degli Stati Uniti e dei suoi più stretti alleati”. Secondo “Haaretz”, i clienti sono Israele, USA, Germania, Australia, Singapore, anche se, sulla mappa pubblicata online, figurano anche Italia, Spagna, Portogallo, Francia, Regno Unito, Grecia e Canada.
Ma quali sono i rischi della diffusione del software di Toka? Sebbene la start up dichiari che “esaminiamo regolarmente l’elenco selezionato di Paesi, utilizzando valutazioni esterne su una serie di questioni tra cui le libertà civili, lo stato di diritto e la corruzione e, inoltre, rispettiamo e siamo regolamentati dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti e dall’Agenzia israeliana per il controllo delle esportazioni della difesa”, alcuni giuristi intervistati da “Haaretz” hanno manifestato la loro preoccupazione circa il rischio che un video possa essere oggetto di manipolazione per incriminare cittadini innocenti, per difendere qualcuno tra gli 007 da accuse o per motivi politici.