RAID A NATALE CONTRO BASE RUSSIA: ALLARME TERZA GUERRA MONDIALE RIMANE
Niente tregua di Natale e nemmeno a Santo Stefano: l’allarme per una potenziale terza guerra mondiale in atto tra Ucraina e Russia si allarga in queste ore dopo che dalle forze ucraine è scattato stamane un attacco con drone contro la base aerea russa di Engels, a circa 500 km a nord-est del confine con l’Ucraina. Sono almeno 3 i morti tra i soldati russi dell’attacco con drone, tutti militari: secondo quanto denunciato dal Ministero della Difesa di Mosca, il drone ucraino è volato a bassa quota attorno alle 1.35 della mattina tra Natale e Santo Stefano ed è stato abbattuto dalle difese aree di Mosca: i tre militari sono morti, pare, per le ferite causate dai detriti del drone distrutto.
Non solo, nelle ultime 24 ore i servizi di sicurezza russi Fsb hanno reso intanto noto che un «gruppo di sabotaggi composto da quattro ucraini è stato liquidato» mentre cercava di penetrare «nella regione russa di Bryansk»; il presunto tentato attentato contro la Russia sarebbe stato sventato, scoprendo i 4 sabotatori con altrettanti ordigni improvvisati. Sulla scia opposta invece, proseguono le forti difficoltà per le carenze energetiche frutto di attacchi mirati russi in pieno inverno contro le centrali ucraine: il timore di una terza guerra mondiale “già cominciata” è per Kiev costantemente ribadito, con esortazioni ai residenti di Kherson e altri regioni di abbandonare le zone per rifugiarsi più a ovest. «I continui bombardamenti nemici su Kherson liberata stanno diventando sempre più frequenti e su larga scala. La situazione della sicurezza è stata molto tesa negli ultimi giorni», rileva il Ministro del Reintegro dei territori Ucraina. Nel frattempo ieri giorno di Natale, i russi hanno bombardato con l’artiglieria e compiuto almeno 40 attacchi con razzi contro il territorio ucraino.
PUTIN: “PRONTI A NEGOZIARE”, MA L’UCRAINA NON SI FIDA. NUOVO APPELLO DEL PAPA
A parlare direttamente di terza guerra mondiale è stato nuovamente il Papa oggi nell’Angelus di Santo Stefano, denunciando la mancata tregua di Natale e i rischi che corrono all’orizzonte dell’Europa: «Rinnovo il mio augurio di pace: pace nelle famiglie, pace nelle comunità parrocchiali e religiose, pace nei movimenti e nelle associazioni, pace per quelle popolazioni tormentate dalla guerra, pace per la cara e martoriata Ucraina». Ieri nel messaggio Urbi et Orbi in maniera ancora più esplicita aveva sottolineato come «Il nostro tempo sta vivendo una grave carestia di pace anche in altre regioni, in altri teatri di questa terza guerra mondiale», non solo l’Ucraina ma anche la Siria, il Medio Oriente, il Myanmar, il Corno d’Africa e molti altri ancora.
Di mediazione per evitare la terza guerra mondiale si parla ancora in queste ore successive al Natale specie per quanto detto dal n.1 di Mosca Vladimir Putin nell’intervista alla tv di Stato “Rossiya 1”: «La Russia è pronta a negoziare con tutte le parti coinvolte nella guerra in Ucraina. Siamo pronti a negoziare con tutti i soggetti coinvolti su soluzioni accettabili, ma dipende da loro: non siamo noi a rifiutarci di negoziare. Il nostro obiettivo – ha aggiunto il Presidente dal Cremlino– è unire il popolo russo». Kiev da par suo si dice piuttosto scettica della proposta di negoziati contro la terza guerra mondiale: «Putin ha bisogno di tornare alla realtà. La Russia – ha dichiarato il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak – ha attaccato per sua decisione l’Ucraina e sta uccidendo cittadini. Non ci sono altri Paesi, motivi o geopolitica. La Russia non vuole negoziati ma cerca di evitarne la responsaibilità. È ovvio e per questo la porteremo in tribunale». «Ho avuto una telefonata con il primo ministro dell’India Narendra Modi e gli ho augurato una presidenza del G20 di successo. È su questa piattaforma che ho annunciato la formula di pace e ora conto sulla partecipazione dell’India alla sua attuazione. Ho anche ringraziato per gli aiuti umanitari e il sostegno nelle Nazioni Unite»: lo ha detto il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky rispondendo a distanza alla proposta del Presidente Putin considerata ancora piuttosto scetticamente da Kiev.