LO SCEMPIO SU OPZIONE DONNA
Tra le misure di riforma pensioni contenute nella Legge di bilancio c’è una nuova versione di Opzione donna che Mauro Marino definisce “scempio”. In un articolo pubblicato su pensionipertutti.it, l’esperto di previdenza evidenzia come l’impressione che se ne ricava è che tra i partiti “in fondo in fondo a parole siano tutti a favore delle donne e che poi nella realtà questo non si verifichi”. Dal suo punto di vista per averne una controprova non bisogna attendere molto, visto che all’inizio del 2023, “finalmente, dopo troppi anni si affronterà, spero con capacità e lungimiranza, la necessità di una nuova riforma previdenziale che oltre alla flessibilità in uscita, al riconoscimento dei lavoratori precoci, alla pensione di garanzia per i giovani e all’implementazione della previdenza complementare, tenga conto delle donne e del loro ruolo determinante nella società dal punto di vista economico e produttivo”. Dunque, si capiranno le vere intenzioni del Governo anche sul fronte della previdenza al femminile.
PRESSING DI FI SULLE PENSIONI MINIME IN MANOVRA
È sbarcata oggi al Senato la Manovra di Bilancio “blindata” nel testo approvato dalla Camera: tempi strettissimi per la Finanziaria che introduce novità anche sul fronte riforma pensioni 20222-2023, con le votazioni di fiducia al Governo Meloni che dovrebbero avvenire tra giovedì e venerdì. Nel frattempo resta il pressing dei partiti, anche di maggioranza, su alcune norme inserite e migliorabili nei prossimi mesi tra decreti attuativi e ulteriori decreti ad hoc.
«Dodici ore di battaglia contro i “no” ideologici e illiberali di Pd e Movimento Cinque Stelle. Come Forza Italia abbiamo ottenuto, tra le varie misure, l’innalzamento delle pensioni minime a 600 euro per gli over 75, la decontribuzione per chi assume dei giovani, la proroga dei termini per il superbonus e soprattutto lo sblocco dei crediti d’imposta incagliati. Si sarebbe potuto fare meglio? Probabilmente sì, ma i tempi erano strettissimi, le risorse poche e c’era l’urgenza assoluta di varare gli aiuti contro il caro bollette; come si suol dire, il buono è nemico dell’ottimo», lo ha detto stamane il deputato forzista Flavio Tosi dopo la battaglia sulla Manovra alla Camera. In seguito alla telefonata tra Meloni e Berlusconi avvenuta a Natale, il leader di FI avrebbe chiesto alla Premier di insistere nei prossimi mesi per arrivare ad una riforma “spalmabile” in 4 anni per poter giungere alle pensioni minime fino a 1000 euro. (agg. di Niccolò Magnani)
IL CONGRESSO DELLO SNADAPI
Il congresso nazionale dello Snadapi si terrà il 4 gennaio a Taranto e come riporta cosmopolismedia.it, il Sindacato Nazionale Autonomo Disoccupati Agricoltori Pensionati e Invalidi ha scelto come titolo di questa assise “Un patto generazionale per uno sviluppo e una crescita sostenibile”. Una scelta non causale, perché, come spiega il Segretario generale Gianfranco Buttari, “è la sintesi delle problematiche che impediscono al sud uno sviluppo economico più sostenuto”. In particolare, “posticipare sempre più l’età pensionabile si sta dimostrando un freno per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro” e “il disquilibrio tra pensionati e lavoratori attivi porterà a breve ad enormi difficoltà per reperire i fondi necessari per garantire le pensioni”. Il sindacalista invita quindi il Governo “ad avere maggior coraggio per attuare tutte le politiche espansive per garantire al sud e ai giovani un futuro roseo”.
LE PAROLE DI GUBITOSA (M5S)
Michele Gubitosa, vicepresidente del Movimento 5 Stelle, spiega, come riporta Agenzia Nova, che il Governo nella Legge di bilancio “ha tradito tutte le promesse fatte in campagna elettorale: dall’abolizione della legge Fornero all’innalzamento delle pensioni minime e 1.000 euro al mese. L’intervento sulle rivalutazioni è particolarmente odioso perché, rispetto alle persone in età attiva, i pensionati hanno molte meno possibilità di difendersi dall’inflazione, e pertanto il mantenimento del loro potere d’acquisto è affidato quasi esclusivamente all’indicizzazione degli assegni pensionistici. Con un’inflazione al 12 per cento, coloro che hanno trattamenti da meno di 2 mila euro netti al mese perderanno 1.300 euro all’anno. Un fatto increscioso”. Il pentastellato ricorda che proprio per questo “abbiamo presentato un ordine del giorno, che riprendeva un emendamento del presidente Conte, per impegnare il governo a prevedere una rivalutazione automatica che garantisca maggiormente le fasce deboli. La maggioranza lo ha bocciato”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI ALBANESE
Per Antonella Albanese, Segretaria generale rieletta dello Spi-Cgil della provincia di Alessandria, “il nuovo Governo italiano in questi primi mesi va in direzione contraria agli interessi dei lavoratori e dei pensionati. Si fa cassa sulla mancata rivalutazione delle pensioni di coloro che hanno lavorato oltre 40 anni pagando tasse e contributi. Abbiamo scioperato e scioperiamo per la dignità dei pensionati che hanno remore a chiedere aiuto alla Caritas dopo una vita di lavoro e fatiche”. La sindacalista, intervistata da alessandrianews.ilpiccolo.net, spiega di vedere “con grande preoccupazione il futuro dei giovani che devono fare i conti con un mondo del lavoro che li sfrutta. Senza lavoro non si avranno in futuro né servizi sociali né future pensioni”.
IL RUOLO DEI PENSIONATI
In questo senso, “i numeri di chi non studia o cerca impiego sono da emergenza sociale. Ragazze e ragazzi hanno paura di vivere. Per fortuna anche la Cgil ha i suoi ‘perennial’, compagni e compagne, collaboratori e volontari che operano sul territorio nonostante le primavere alle spalle. Hanno ancora voglia di fare e di imparare. E soprattutto di fare e aiutare. I pensionati non sono una zavorra per la società o una casta privilegiata. Sono il collante fondamentale che tiene unite le generazioni”. “È importante sottolineare che siamo il sindacato dei pensionati, ma ci occupiamo dell’interesse di tutti”, aggiunge Albanese, che annuncia anche “una collaborazione con le altre strutture della Cgil: gli anziani incontreranno i lavoratori e le famiglie”.
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