Tampone per chi arriva dalla Cina a Malpensa
La Regione Lombardia ha richiesto un tampone molecolare per chi arriva con un volo a Malpensa dalla Cina. Si tratta di un test non obbligatorio bensì di una misura di prevenzione adottata per accertare il tipo di variante Covid visto il boom di casi nel Paese asiatico. Come spiega Ansa, nella giornata del 26 dicembre sono stati eseguiti 90 tamponi, oggi 120 e domani arriveranno i primi risultati sul sequenziamento. La Regione Lombardia ha voluto specificare che la misura è facoltativa: “I tamponi per chi arriva dalla Cina non sono obbligatori, servono per fare screening delle varianti”
La misura è stata richiesta dall’Ats dell’Insubria, visto l’importante aumento dei contagi in Cina. Anche sul sito dell’aeroporto è stato pubblicato un avviso nel quale, per ulteriori informazioni, si è rimandati al sito del ministero degli Esteri ‘Viaggiare sicuri”. Si legge che il test è “immediatamente valido” e resterà in vigore “fino al 30 gennaio 2023”. Il tampone antigenico molecolare per i passeggeri in arrivo dalla Cina che atterrano all’aeroporto di Malpensa è stato introdotto perché “Si registra nel Paese un elevato numero di infezioni da Covid con la conseguente forte pressione per il sistema sanitario cinese”, come si legge nell’avviso pubblicato su ‘Viaggiare sicuri’.
In Cina aumentano a dismisura i contagi Covid
Come si legge ancora nell’avviso, “La Regione Lombardia ha dato indicazione alla Ats Insubria, di riferimento per l’aeroporto di Malpensa, di sottoporre a tampone molecolare di screening per Covid-19 tutti i passeggeri/operatori provenienti dalla Cina. Tale disposizione ha attivazione immediata con scadenza 30 gennaio 2023 salvo diversa rivalutazione della situazione epidemiologica”. Come abbiamo detto, il tampone non è obbligatorio bensì si tratta di una misura di prevenzione che serve a comprendere il tipo di variante Covid di chi arriva dal Paese asiatico.
Bruno Lina, virologo dell’ospedale universitario di Lione e membro del Comitato per il monitoraggio e l’anticipazione dei rischi sanitari (Covars), ha spiegato sulle pagine de “La Croix” quale potrebbe essere il motivo di tale aumento esponenziale dei casi: “Abbiamo solo informazioni indirette. Si dice che tra il 20 e il 30% della popolazione delle grandi città sia malata. Si ritiene che 250 milioni di persone siano state infettate in poche settimane. È probabile che l’ondata pandemica assuma proporzioni che difficilmente possiamo immaginare. La popolazione – soprattutto gli anziani – è scarsamente vaccinata con i vaccini cinesi, che la Cina non ha adattato alle mutazioni del virus”.