Le Filippine aprono alla libertà religiosa. Il Congresso ha approvato la Magna Carta of Religious Freedom Act, un documento sulla cui base saranno garantite l’attuazione di norme e regolamenti affinché lo Stato e le varie agenzie governative si impegnino a rispettare il diritto di scegliere il culto religioso. Eddie Villanueva, leader evangelico fondatore della Chiesa ‘Jesus is Lord Worldwide’ e vice-presidente della camera dei rappresentanti, ha dichiarato alla stampa che “con questo disegno di legge i filippini saranno incoraggiati a perseguire la crescita spirituale offrendo loro la libertà di condurre la propria vita secondo la propria fede o credo religioso senza il timore di persecuzioni, minacce o punizioni”.
Come ha spiegato lo stesso Villanueva in seguito all’approvazione del documento, “la misura mira anche a promuovere un libero mercato delle idee religiose nel Paese in cui nessuna religione è soppressa” e “livellando il campo di gioco per la diffusione delle diverse religioni, ai filippini viene concesso l’intero spettro di diverse fedi e la libertà di scegliere a quale aderire”. La legge che sancisce la libertà religiosa nelle Filippine è in discussione dal 2021 e si occupa di indicare il diritto dei cittadini a diffondere il proprio credo e le pubblicazioni religiose, a frequentare assemblee e cerimonie e a essere libero da discriminazioni confessionali sul posto di lavoro.
Libertà religiosa, Filippine tra progresso e polemica: “Magna Carta troppo cristiana”
Le Filippine approvano la Magna Carta of Religious Freedom Act per la libertà religiosa. Il testo di questo disegno di legge, in fase di approvazione fin dal 2021, è anche stato oggetto di polemiche. Gruppi umanisti e non religiosi hanno ritenuto che avesse un’ispirazione troppo improntata al cristianesimo. “La Magna Carta della libertà religiosa dovrebbe mirare a proteggere il diritto del pubblico alla libertà di religione o di credo – ha spiegato lo studioso musulmano Ismael Ahadas, le cui parole sono state riferite da ItaliaOggi – invece ha riservato un trattamento preferenziale ai gruppi religiosi, in particolare ai cristiani, mentre esclude gli umanisti e i gruppi religiosi minori”.
Scontento anche da parte dei gruppi atei e laici, oltre ai sostenitori dei diritti della comunità LGBT+, che non si sentono inclusi in questa legge relativa alla libertà religiosa. La Conferenza episcopale delle Filippine si è invece espressa positivamente e ha parlato di “necessità” di delineare i diritti religiosi, nonostante il difficile compito di redigere una legge che includa tutte le credenze. Ora si attende l’approvazione definitiva del Congresso dopo la terza lettura.