Il ministero della salute ha diffuso quest’oggi la circolare “Interventi in atto per la gestione della circolazione del SarsCoV2 nella stagione invernale 2022-23”, in cui vengono indicate le disposizioni in caso di peggioramento della situazione epidemiologica legata al covid. Numerose le misure a riguardo come ad esempio l’utilizzo delle mascherine al chiuso, ma anche lo smart working, la riduzione degli assembramenti, la ventilazione degli ambienti chiusi, la diffusione maggiore della quarta dose e un’eventuale ulteriore dose per le categorie più a rischio. Il documento, come riferisce TgCom24.it, fornisce degli spunti per “predisporre a livello regionale un rapido adattamento di azioni e servizi nel caso di aumentata richiesta assistenziale”.
Il ministero aggiunge inoltre che “sebbene l’evoluzione della pandemia sia allo stato attuale imprevedibile, il nostro Paese deve prepararsi”. In merito alle mascherine viene specificato che “Nel caso in cui si documentasse un evidente peggioramento epidemiologico con grave impatto clinico e/o sul funzionamento dei servizi assistenziali, potrebbe essere indicato il loro utilizzo in spazi chiusi, finalizzato in particolare a proteggere le persone ad alto rischio di malattia grave”. Ricordiamo che al momento le mascherine sono obbligatorie negli ospedali e nelle Rsa, prorogate tra l’altro ieri fino ad aprile, oltre che per alcuni lavoratori.
COVID, CIRCOLARE MINISTERO DELLA SALUTE: L’IMPORTANZA DELLA QUARTA DOSE
Nella circolare covid il ministero ha voluto poi ribadire l’importanza della quarta dose “attualmente raccomandata alle seguenti categorie di persone che hanno già ricevuto una seconda dose di richiamo con vaccino a mRNA monovalente, una volta trascorsi almeno 120 giorni dalla stessa o dall’ultima infezione: persone dagli 80 anni in su, ospiti Rsa, persone dai 60 anni in su con fragilità”
Il ministero della salute ha quindi concluso mettendo in guardia: “Sebbene l’evoluzione della pandemia sia allo stato attuale imprevedibile, il nostro Paese deve prepararsi ad affrontare un inverno in cui si potrebbe osservare un aumentato impatto assistenziale attribuibile a diverse malattie respiratorie acute, prima fra tutte l’influenza, e alla possibile circolazione di nuove varianti di SarsCoV2, determinato anche dai comportamenti individuali e dallo stato immunitario della popolazione”.