Il 19 gennaio si festeggiano i Santi Mario e Marta, i due sposi cristiani della città di Roma ricordati per il loro martirio insieme ai figlioletti Abaco e Audiface. Il culto, pur essendo diffuso in tutta Italia, è a Roma che si manifesta ogni anno con le celebrazioni all’isola Tiberina nel giorno della loro ricorrenza. È qui che si rinnova, il 19 gennaio di ogni anno, un rito antico che culmina in un folto pellegrinaggio di fedeli a convegno in questo luogo sacro, all’interno della chiesa di San Giovanni Calibita dove si conservano dentro un’urna sotto l’altare maggiore i resti della famiglia martirizzata. Dopo la messa in omaggio della coppia di martiri, i simulacri dei santi vengono portati in processione a suggello delle solennità in loro onore. Al tredicesimo miglio di via Boccea, dove la leggenda tramanda che fossero sepolti i corpi senza vita di tutti i componenti della famiglia cristiana di Mario e Marta, sorge una chiesina dedicata ai coniugi martiri, all’interno di un parco naturalistico.
Recentemente è stata inaugurata una nuova chiesa, in grado di ospitare molti più fedeli, realizzata grazie al supporto della Conferenza Episcopale Italiana con i proventi dell’8 per mille alla chiesa. L’interno ha l’aria di un tempio molto spazioso a una sola navata, con soffitti in legno, e conserva l’affresco del pittore umbro Elvio Marchionni raffigurante il martirio dei santi Mario e Marta con i loro figli.
Santi Mario e Marta Martiri, la vita dei Beati
Secondo la leggenda Mario (o Mars) era un nobile di origini persiane giunto a Roma insieme a sua moglie Marta e ai figli nel 270 d.C. per venerare i sepolcri dei martiri cristiani. Al loro arrivo nella capitale si ritrovarono sulla via Salaria, disseminata di cadaveri di cristiani decapitati su ordine dell’imperatore Diocleziano. Si tramanda che la coppia seppellì ben 267 martiri, un gesto che non passò inosservato al prefetto di Roma Flaiano e al Governatore Marciano che li fecero arrestare e decapitare al loro rifiuto di rinnegare la religione cristiana. Sembra che la moglie Marta fosse giustiziata in “nympha”, ossia sulle sponde di un vicino stagno.
Per pietà una nobildonna di nome Felicita diede loro sepoltura nelle sue terre, in corrispondenza del tredicesimo miglio della via dove sorse un sepolcro meta di pellegrinaggi nel Medioevo, di cui si intravedono ancora i ruderi. Una nuova chiesa dedicata ai Santissimi Mario e Marta fu edificata per volere di Papa Pio VI su progetto dell’architetto Virginio Bracci. Per il loro esempio di cristianità i santi Mario e Marta sono considerati i protettori dell’unione famigliare, invocati in preghiera durante il rito nuziale. Le loro reliquie riposano oggi all’isola Tiberina, nella chiesa di San Giovanni Calibita.
Gli altri Beati di oggi
In questo giorno si ricordano anche San Ponziano, patrono di Spoleto e protettore dei terremoti, il giovane martire cristiano giustiziato fra il 156 e il 165 e San Deodato di Saint-Diè, vescovo di Nevers vissuto iintorno alla metà del VII secolo.