PUBBLICATO DPCM SU VENDITA ITA AIRWAYS: RIPARTE L’ITER DI PRIVATIZZAZIONE
È stato pubblicato definitivamente in Gazzetta Ufficiale il Dpcm del Governo Meloni sulla vendita di Ita Airways, la newco nata sulle ceneri della “vecchia” compagna di bandiera aerea, Alitalia. Il decreto firmato dal Presidente del Consiglio nell’CdM dello scorso 21 dicembre 2022 ha ricevuto prima il via libera dalla Corte dei Conti e ora la pubblicazione ufficiale in Gazzetta: in questo modo, può ripartire il processo di privatizzazione dopo il nuovo impulso dato dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Vengono infatti fissate nel Dpcm le nuove modalità di riavvio della privatizzazione, tra cui la possibilità di ingresso con una quota di minoranza anche tramite uno o più aumenti di capitale: elemento però centrale è il fatto che la quota di maggioranza della cordata acquirente debba essere rappresentato da una compagna aerea (dunque non lo Stato italiano).
Nel testo del Dpcm apparso in Gazzetta Ufficiale si legge che «la cessione della partecipazione in Ita Spa è effettuata dal ministero dell’Economia tramite trattativa diretta limitata ai soggetti che singolarmente o nell’ambito di un raggruppamento hanno partecipato alla procedura di selezione dei soggetti interessati». Non solo, nell’ambito dei potenziali offerenti su Ita Airways, «deve essere necessariamente presente una compagnia aerea che deve acquisire la maggioranza del capitale oggetto di ciascuna fase dell’operazione». L’offerente inoltre deve garantire che anche alla data dell’uscita del Mef dal capitale di Ita, «la maggioranza del capitale di questa sia detenuto da una compagnia aerea».
SCENARI SU ITA: LUFTHANSA (DI NUOVO) IN POLE
Dopo che lo scorso 31 ottobre scaddero gli obblighi di esclusiva concessi dal 31 agosto alla cordata di Certares, Air France-KLM e Delta – per volere del Governo Draghi – il nuovo Ministro dell’Economia Giorgetti propose una riapertura delle trattative, visto il forte interessamento ancora una volta di Lufthansa (in cordata con MSC). Quando ormai sembrava avviata la conclusione per Certares, il Mef rinnovato del Governo Meloni ha posto nuovo impulso e riaperto l’iter di privatizzazione. Nelle premesse del Dpcm giunto in GU del 2 gennaio, si legge come precedente procedura di vendita per Ita Airways si ritiene conclusa «al fine di accelerare la definizione di partnership che assicurino il perseguimento degli obiettivi di sviluppo industriale e di potenziamento dell’attività di Ita».
Sembra tutto destinato a delineare il profilo di Lufthansa come potenziale prossimo compratore dell’ex Alitalia: «tenuto conto dell’ampiezza della ricerca già effettuata di soggetti potenzialmente interessati all’acquisizione e considerato che lo scenario di mercato di riferimento non risulta sostanzialmente mutato. Viene inoltre stabilito di limitare la procedura ai soggetti che hanno già partecipato alla procedura precedente ma che siano anche in grado di acquisire una partecipazione iniziale nella società di entità tale da confermare la serietà dell’impegno oltre che di acquisirne successivamente il controllo o la maggioranza del capitale», si legge nella lunga premessa del Dpcm. L’articolo unico poi pubblicato dice che il prossimo principale acquirente di Ita debba essere rappresentato «da una compagnia aerea sia nella fase iniziale sia in quella finale della procedura di dimissione». Il prezzo dovrà tener conto del patrimonio netto di Ita: come spiegano le fonti di Governo a SkyTG24, «Si tratta di un meccanismo finanziario che, di fatto, lascia gli importi all’interno della società, così da favorirne lo sviluppo». Da ultimo, come chiarisce il Dpcm del Governo Meloni, per la trattativa su Ita «bisognerà definire il piano industriale di sviluppo e di crescita, dando particolare attenzione allo sviluppo degli hub nazionali, all’ingresso in mercati strategici e all’incremento delle rotte a lungo raggio». In sintesi, al Ministero dell’Economia si dovranno riconoscere «adeguati poteri di controllo sulla gestione ed il diritto di gradimento su nuovi azionisti, oltre a clausole di opzione relative alla cessione della partecipazione residua detenuta».