Fabrizio Pregliasco nuovo assessore alla sanità della Regione Lombardia? Questo il ruolo a cui aspira il virologo che si è candidato a sostegno di Pierfrancesco Majorino alle prossime elezioni regionali. «Sì, credo di volerlo», ha dichiarato a Milano a margine della presentazione della lista “Patto civico per Majorino presidente“. Un ruolo in linea con la sua carriera, a cui aspira in caso di vittoria del candidato del centrosinistra e Movimento 5 Stelle.
«Mi pare un qualcosa che completa la mia carriera nell’ambito della sanità pubblica, dell’operatività dei servizi sociali, nella sanità, ma anche nell’ambito del volontariato, che è la mia passione da 40 anni», ha aggiunto Pregliasco, come riportato dall’AdnKronos. Visto che anche sul tema della sanità Majorino punta ad un «cambiamento radicale», il nome di Fabrizio Pregliasco, virologo all’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi, nonché ex membro del Comitato tecnico-scientifico della Lombardia durante la pandemia Covid, viene considerato, secondo il Corriere della Sera, come uno dei nomi “celebri” nella lista.
GLI ATTACCHI A PREGLIASCO DOPO LA CANDIDATURA…
Nei giorni scorsi, e più precisamente il 20 dicembre, a Tagadà Fabrizio Pregliasco era stato sollecitato e punzecchiato sulla sua candidatura alle Elezioni Regionali Lombardia. «Non mi sono pentito, perché è un percorso che c’era. Io come cittadino ho sempre avuto un’opinione politica, questo credo sia più che legittimo. Ero apartitico quando facevo divulgazione scientifica». Gli è stato anche mostrato un titolo di Libero che lo attaccava: “Il virus della politica infetta Pregliasco”. Il virologo commentò: «Sì sì, è un contagio». Inoltre, Fabrizio Pregliasco confermò di essere stato molto attaccato per la sua decisione di lanciarsi in politica: «Si aggiungono agli haters del vaccino, vedono questa cosa come aver sfruttato un passaggio. Credo che questa notorietà che c’è stata possa servire agli elettori che hanno potuto conoscermi per quello che sono e sono capace di fare, nello specifico non solo per quanto riguarda il Covid, ma anche per la mia passione nel terzo settore, visto che mi sono occupato di gestire strutture sociosanitarie».